LIBRI

Libri, calcio e letteratura si incontrano in "Il capocannoniere è sempre il miglior poeta dell'anno"

L'ultimo libro di Alessandro Gnocchi indaga i risvolti letterari dell'ultimo grande rito di massa della società dei consumi

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"Il capocannoniere è sempre il miglior poeta dell'anno", titolo tratto da una frase di Pier Paolo Pasolini, è l'ultima fatica letteraria di Alessandro Gnocchi. Il libro, pubblicato da Baldini+Castoldi, indaga i risvolti letterari del calcio, l’ultimo grande rito di massa della società dei consumi. Un gioco in cui si celebra la libertà all’interno delle regole, proprio come nella poesia. Dalla lettura emerge che quello che piace del calcio è la sua libertà, così simile a quella della grande poesia: le regole ci sono, e vanno osservate, ma il campione, come il vero poeta, sa quando bisogna trasgerdire.

Pasolini, dunque, ma non solo: hanno cantato del pallone anche D'Annunzio, Saba, Luzi... In molti, per altro, non si sono limitati a scrivere: Pasolini era un’ala scattante, Albert Camus era un buon portiere, Martin Heidegger una mezzala sinistra di qualità. Jacques Derrida un ottimo centravanti e Osvaldo Soriano segnò una trentina di gol nelle categorie inferiori. Calcio e letteratura hanno spesso incrociato le loro strade, come se avessero qualcosa di ineffabile in comune.

Alessandro Gnocchi è nato a Cremona nel 1971. Ha studiato letteratura a Pavia e Firenze. Ha scritto libri su Pietro Bembo, Giuseppe Berto, Antonio Delfini e l’impresa di Fiume. Cura assieme a Giordano Bruno Guerri una collana di Studi fiumani. Caporedattore di cultura e spettacoli del Giornale dal 2009.

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