Intervista esclusiva al tecnico e padre del campione olimpico
Nella notte appena passata c’è stata la mostruosa prestazione di Noah Lyles che, nella settima giornata dei campionati iridati di Eugene, ha realizzato il crono di 19″31, terzo tempo mondiale delle storia, nella finale dei 200 metri dove purtroppo non ha partecipato Filippo Tortu che avrebbe certamente meritato di essere presente a questa gara, il cui ingresso gli è stato precluso per una manciata di millesimi, pur avendo ottenuto con 20″10 la sua miglior prestazione in carriera.
La gara di Filippo, pur con la beffa dell’eliminazione, è stata universalmente giudicata come una grande vittoria perché il velocista azzurro, indimenticabile interprete dell’ultima frazione della staffetta d’oro alle Olimpiadi di Tokyo, ha di fatto corso in 24 ore le sue due migliori gare in carriera, in quanto gli altri due crono inferiori al 20″18 della batteria iridata erano stati realizzati in altura e con vento maggiormente a favore, e questo denota una grande condizione dell’atleta nell’ottica della staffetta in programma per domani, ma anche e soprattutto per gli Europei di Monaco di Baviera che lo vedranno sui blocchi dei 200 dal 18 agosto.