Il destino di Jacobs condannato sempre a vincere

Troppe aspettative su un grande campione che non va però etichettato come un fenomeno

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L’ultima volta che ho incontrato Marcell Jacobs è stato il 15 agosto 2020, il Ferragosto dell’anno dell’esplosione della pandemia mondiale, quando tutti i grandi eventi agonistici di atletica furono rinviati e si riuscirono ad organizzare pochi meeting da inizio luglio a metà settembre circa.

Quel giorno Marcell andò a gareggiare nei 100 metri a La Chaux de Fonds, su una pista svizzera posta a 1000 metri di altitudine dove quasi sempre si ottengono grandi risultati cronometrici, nel classico Resisprint International tradizionalmente segnato sul calendario tra la fine di giugno e l’inizio di luglio ma che, in quella particolare stagione, venne spostato di circa un mese e mezzo in un periodo probabilmente meno favorevole climaticamente, al punto che né lui né il suo rivale di tante sfide sui 100 metri, Filippo Tortu, riuscirono ad ottenere dei crono interessanti.

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