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Non tutti i gesti che cambiano la storia finiscono sul podio. Alcuni si consumano in silenzio, sotto una pioggia mista a neve, lontano dai riflettori. Ma sono proprio quei gesti che insegnano cosa significhi davvero essere un atleta. Michele Vivalda, 15 anni, cuneese, tesserato per lo Sci Club Sestriere, ha lasciato una firma indelebile sulle piste dell’Abetone. Non con il cronometro. Ma con la coscienza.
È mercoledì 2 aprile 2025. Siamo nel cuore delle finali nazionali della 43ª edizione del Trofeo “Pinocchio sugli Sci”, una delle competizioni più prestigiose per i giovani talenti dello sci. Michele scende nella seconda manche dello slalom speciale, categoria Allievi. È velocissimo. Aggressivo ma pulito, elegante ma determinato. Taglia il traguardo col miglior tempo. Nessuno meglio di lui. È il più forte. È il vincitore.
O almeno, lo sarebbe stato.
IL CORAGGIO DELLA VERITÀ
Qualcosa lo tormenta dentro. Un’immagine gli torna in mente, precisa come un flash: quella porta presa male, quell’imprecisione impercettibile ma cruciale. Le condizioni meteo sono proibitive, nebbia fitta, visibilità scarsa. Il giudice di porta non ha visto nulla. Ma Michele sì. E anche il suo allenatore, Alessandro Giordano. Riguardano insieme il video. Silenzio. Poi la decisione.
Michele si avvicina al tavolo della giuria e racconta tutto. Si autodenuncia. Chiede la propria squalifica. Nessuno lo obbliga, nessuno se ne sarebbe accorto. Ma lui sì. E questo basta.
“Sapevo che era la cosa giusta da fare”, ha detto Michele. “Non volevo una vittoria macchiata.”
Parole semplici, ma immense. Un ragazzo che ha rinunciato al successo per affermare un valore. Che ha scelto la verità, anche se costava caro. E che ha dimostrato che l’onestà non è debolezza, ma forza. Una forza rara, che merita più di un applauso: merita rispetto.
Il suo gesto è immediatamente accolto con stupore e ammirazione. Il giorno dopo arriva una lettera ufficiale del presidente della FISI, Flavio Roda, indirizzata al presidente dello Sci Club Sestriere, Alessandro Garrone:
“Le chiedo di tributare all’atleta e al suo allenatore un’attestazione di stima per questo straordinario gesto di sportività, perfettamente in linea coi principi di onestà e di fair play. Siamo certi che i valori promossi all’interno del vostro sodalizio sportivo siano volti non solo a formare campioni nello sport, ma anche persone con solidi principi di lealtà e correttezza.”
BENVENUTO NELLA FAMIGLIA OFFICINE MATTIO, DOVE LO SPORT SI FONDA SUL RISPETTO DEI VALORI
Ora che la stagione invernale si è chiusa, Michele si prepara a continuare la sua crescita atletica in un altro ambiente che gli è altrettanto naturale: la montagna vista dalla sella di una bicicletta. Si allenerà infatti su una Officine Mattio, con la speciale livrea “Serpentinite Roccia del Monviso”, un omaggio alle sue radici, al paesaggio che lo ha forgiato e al carattere che lo accompagna: solido, autentico, inconfondibile.
In sella alla sua OM, Michele ritrova quell'equilibrio tra forza e grazia che ha già saputo dimostrare sulle piste. E proprio come accade nel team OM.cc, di cui incarna i valori più puri, Michele dimostra che sportività, rispetto per l’avversario ed eleganza ad ampio raggio non sono solo parole: sono scelte quotidiane. Sono stile di vita.
Michele Vivalda ha perso una gara. Ma ha vinto molto di più. Ha vinto l’ammirazione di chi crede ancora nei valori. Ha vinto una storia da raccontare. Ha vinto il diritto di guardarsi allo specchio con orgoglio.
All’Abetone, quella settimana, non ha vinto solo lo sci. Ha vinto lo sport. Quello vero.
Grazie Michele e benvenuto nella famiglia Officine Mattio!