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Ciclismo, il boom dei fantasy sport contagia anche le due ruote

01 Lug 2025 - 09:02
 © Ufficio Stampa

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Per decenni, la popolarità di uno sport si è misurata con parametri semplici: quante persone lo seguono in televisione, quanti biglietti si vendono allo stadio, quante pagine riempie sui giornali. Un mondo lineare, dove il valore si costruiva con la massa e il racconto era trasmesso sempre dall’alto, da chi aveva il microfono in mano. Ma oggi non è più così. Lo sport si è fatto orizzontale, distribuito, interattivo. La nuova popolarità non passa più solo dalla prima serata televisiva, ma dal tempo speso a creare una squadra, confrontarsi su forum, studiare classifiche, entrare in leghe fantasy con sconosciuti che diventano compagni di passione. Il tifo si è trasformato in partecipazione attiva, in analisi, in gioco e quel gioco ha iniziato a contare. I fantasy sport non sono più un passatempo per pochi esperti: sono diventati una delle forme più diffuse e coinvolgenti per vivere lo sport. Non si limitano a seguire gli eventi, li preparano, li interpretano, li allungano nel tempo. Sono una palestra di numeri, emozioni e confronto. In molti casi, sono il primo passo per appassionarsi a uno sport che prima si ignorava. I dati confermano questa tendenza: secondo Grand View Research, in Italia il mercato dei fantasy sport ha superato gli 867 milioni di dollari nel 2023, con previsioni che parlano di quasi 2 miliardi entro il 2030. Ma sarebbe un errore leggerli solo in chiave economica, è il loro impatto culturale che sorprende: il modo in cui riscrivono la relazione tra chi guarda e chi gioca, tra chi segue e chi partecipa.

Nel mondo del ciclismo, sport tradizionalmente meno toccato da queste dinamiche, una delle esperienze più interessanti è quella di Fantacycling, app nata nel 2020 e oggi attiva in quattro lingue. Partita come applicazione per giocare al fantaciclismo, la piattaforma si è evoluta rapidamente in una struttura più ampia. Accanto al gioco vero e proprio, offre contenuti editoriali quotidiani, dirette streaming, una sezione e-commerce con articoli ispirati alla cultura sportiva popolare, come le biglie da spiaggia, oggetto vintage, che ha incontrato un inaspettato successo di vendite, in contrasto curioso con l’anima digitale dell’app. Inoltre, è possibile creare anche leghe geolocalizzate che funzionano come micro-comunità territoriali. Fantacycling ha preso parte al programma di accelerazione Bocconi for Innovation, che ha supportato le prime fasi di sviluppo.

Alla base del modello c’è la volontà di costruire un ecosistema attorno al ciclismo, uno sport spesso seguito in modo solitario e frammentato, ma che qui trova nuovi spazi di socialità. Una parte significativa di questa crescita è legata alla collaborazione con Warner Bros. Discovery, che ha dato visibilità a gare minori e al circuito femminile. A rafforzare l’espansione internazionale ha contribuito anche l’ingresso dell’ex campione Philippe Gilbert, oggi volto esclusivo del ciclismo di Eurosport, in qualità di ambassador: da quel momento, gli utenti attivi sono triplicati e oltre un terzo proviene oggi da fuori Italia. Nata come community di appassionati italiani, Fantacycling conta oggi più di 130.000 utenti registrati, con una presenza estera in costante aumento. Una crescita costante, alimentata fin dagli esordi, ha portato la piattaforma a superare i 4,5 milioni di visualizzazioni su YouTube, con circa un milione registrato nel solo 2025. Anche sui canali social l’attenzione si è intensificata: negli ultimi tre mesi, i contenuti hanno generato oltre 13 milioni di visualizzazioni, contribuendo a raggiungere una base complessiva di 2,8 milioni di utenti.

Il progetto, ideato da quattro ragazzi toscani appassionati di ciclismo ma con esperienze diverse, dallo sport al giornalismo fino all’innovazione digitale, propone oggi un modo alternativo di vivere il ciclismo. Che si giochi o si segua, ciò che conta è la possibilità di farlo insieme ad altri. “Non siamo mai partiti per raccontare il ciclismo dall’alto” spiega Camillo Castellani, co-founder di Fantacycling. “La nostra forza è sempre stata nel viverlo dal basso, insieme a chi lo ama. Alcuni vengono per giocare, altri per informarsi, altri ancora per conoscere nuove gare, ma dentro Fantacycling nessuno è spettatore passivo”, conclude. In un panorama sportivo dove spesso il racconto si ferma al risultato finale, Fantacycling prova a rimettere al centro il percorso. Non solo quello dei corridori, ma anche quello degli appassionati: fatto di scelte, scoperte, legami. Un modo diverso di stare dentro lo sport senza alzarsi dal divano, ma nemmeno restando fermi.

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