"Non sono io che devo escludere il team israeliano ma deve essere l'Uci che quando vede determinate cose comunica che è meglio che quella squadra non gareggi. Noi facciamo gli inviti alle squadre migliori del mondo. La mia posizione diventa difficile perchè ho l'obbligo di invitare fondamentalmente le squadre e i corridori migliori. E il nome del team non c'entra niente. Noi l'abbiamo sempre avuto e non ci sono mai stati problemi". Così a LaPresse, Adriano Amici, patron del Giro dell'Emilia, per il quale il Comune di Bologna ha chiesto l'esclusione del team israeliano Premier Tech. "Ognuno di noi è un politico se lo vuole essere ma a livello sportivo perchè ai campionati del mondo di ciclismo c'è Israele, perchè l'Italia del calcio ha disputato un match di qualificazione contro Israele?", ha aggiunto. "Timori di manifestazioni pro-Pal come alla Vuelta? Bisogna essere nella testa di chi vuole creare qualcosa di incredibile. Queste cose qui a noi ci amareggiano. Parlerò adesso con i loro ds che prenderanno in considerazione il fatto che non sono graditi dalle istituzioni ma io non posso farci nulla a livello sportivo. Dico solo che cavalcare un cavallo a livello sportivo non mi sembra bello, ognuno la politica la gestisce come crede meglio, non credo che sia un buon suggerimento mettere dell'alcol sul fuoco", ha sottolineato ancora Amici. "Sono cose che ti capitano sulle spalle improssivamente. Questo team è stato iscritto ed è iscritto a tutte le competizioni, dal Tour al Giro. Dalla Milano-Sanremo alle Tre Valli Varesine. Sta partecipando a tutte le corse. L'ente organizzatore cerca di avere i corridori migliori del mondo, E poi il team israeliano ha corridori stranieri, nessuno è israeliano. Chi fa le corse sono i corridori. Qui la politica centra poco. E' chiaro che sono d'accordo con chi sostiene che non è giusto fare questa guerra. Chi non lo è?", ha concluso.