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Ogni giorno la stessa scena di vitalità, passione e sudore. Quando sorge l'alba, i sentieri polverosi della sonnolenta cittadina di Iten si animano all'improvviso di gruppi di corridori di ogni nazionalità che a ritmo sostenuto iniziano la loro 'chilometrica' fatica, spesso inseguiti da bambini diretti a scuola. Benvenuti nel paradiso dei maratoneti, un pezzo di terra a 2.400 metri di quota situato nella Rift Valley diventato negli ultimi tempi il luogo di culto di chi sogna di diventare un campione. E' qui, a 350 chilometri a nord-ovest di Nairobi, che i migliori fondisti keniani si allenano con l'obiettivo di essere i futuri David Rudisha, Vivian Cheruiyot, Matthew Birir e Brimin Kipruto, talenti che hanno dominato il mondo e portato in alto la bandiera del Kenya. L'altitudine combinata con una serie di tracciati e saliscendi adatti per 'assorbire' ogni fatica e affinare la tecnica, hanno contribuito a trasformare Iten in un 'magical place'. E per soddisfare il crescente interesse da parte di atleti professionisti e amatoriali, negli ultimi anni sono spuntati a ritmo frenetico hotel, lodge e appartamenti in affitto per soggiorni brevi. "Sono venuto in Kenya per condivedere le fatiche mie e dei miei atleti con questa comunità di corridori d'élite", ha detto Ryan Mex di Malta, corridore e allenatore semi-professionista, che ha portato con sé tre atleti. "La prossima volta voglio venire con un gruppo più numeroso perché ci piace molto l'ambiente di allenamento qui. Questo è il posto migliore al mondo in cui venire per un campo di allenamento", ha aggiunto.
Iten ospita circa 42.000 persone, per lo più agricoltori di sussistenza, ed è stata anche la casa temporanea di molti campioni del mondo, tra cui i due volte medaglia d'oro olimpica Eliud Kipchoge (maratona) e Rudisha (800 metri). Il quattro volte campione olimpico britannico Mo Farah si è allenato a Iten per lunghi mesi alla volta. Sono loro che indirettamente hanno reso celebre questo cittadina che nel 2019 è stata dichiarata Patrimonio dell'atletica mondiale e che orgogliosamente si definisce la 'Casa dei campioni'.
Lornah Kiplagat, keniana e tre volte olimpionica per i colori dell'Olanda, ha frequentato la scuola superiore a Iten e ora gestisce un centro di allenamento per i corridori che vogliono migliorare le proprie performance. "Se ti alleni a 2.400 metri, i polmoni si espandono, i globuli rossi aumentano e quindi quando vai a quota più basse ti senti come se stessi volando", ha spiegato Kiplagat, campione del mondo di mezza maratona del 2008.
Amanal Petros, maratoneta tedesco di alto livello, trascorre ogni anno sei mesi al centro di Kiplagat. Nato negli altopiani eritrei, era abituato a correre ad alta quota, ma l'altitudine di Iten non è l'unica ragione per cui continua a tornarci: "Mi sono allenato in molti posti negli Stati Uniti e in Europa. Ma a Iten, la patria dei campioni, ovunque tu vada trovi molti atleti che possono allenarsi con te". C'è chi si allena e chi ha pensato di fare business come Jean Paul Fourier che ha aperto il Kerio View Hotel nel 2002, iniziando con solo poche stanze. Ora ha una capienza di 50 ospiti e include un centro fitness; "Ho fatto un piccolo investimento e la cosa è cresciuta molto". Il massimo dell'affluenza si registra da aprile a settembre. "Vediamo molti stranieri che accorrono non solo nel mio hotel, ma anche negli hotel vicini. Ce ne sono molti che spuntano nella zona, ma riceviamo ancora la nostra quota di visitatori", ha detto Fourier.
C'è chi ricorda ancora com'era Iten prima che tutto questo accadesse: è Colm O'Connell, ex preside della St. Patrick's High School, arrivato per la prima volta a Iten per insegnare nel 1976. "Era solo un insieme di case sparse e c'era una sola scuola chiamata St. Patrick's. Quello è stato davvero il punto di partenza di ciò che Iten è diventata alla fine". Un luogo magico, senza tempo. Se non quello del cronometro. La trasformazione della città è iniziata "quando lo sport è diventato professionistico. Prima di allora, gli atleti erano confinati nel loro posto di lavoro. Ma quando è arrivato il professionismo, gli atleti hanno potuto sedersi con i loro manager e con le aziende di scarpe e decidere di diventare un atleta professionista a tempo pieno".
Il resto, come si dice, è storia. O'Connell ha continuato a trasformare il programma di atletica di St. Patrick's e 25 dei suoi studenti sono diventati campioni del mondo, alcuni dei quali sono tornati qui per gestire i propri programmi di atletica. O'Connell stima che nella stagione di punta ci siano circa 500 corridori in visita in città. Che ad ogni alba iniziano le loro fatiche per andare a caccia di gloria.