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Olimpiadi invernali, Sofia Goggia al lavoro dopo l'infortunio: "Se questo è il piano di Dio..."

Crioterapia e piscina per l'azzurra dopo la caduta nel superG. Sui social un messaggio criptico: "Non posso fare altro che accettarlo". Malagò: "Farà l'impossibile per stupirci ancora"

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Crioterapia e piscina: Sofia Goggia ha iniziato la riabilitazione con l'obiettivo di far sgonfiare al più presto il ginocchio sinistro dopo la brutta caduta nel superG di Cortina, in vista delle Olimpiadi di Pechino. Dopo una notte non facile nella casa di Bergamo con i suoi familiari, per la campionessa olimpica è partita una nuova dura sfida. "Se questo è il piano che Dio ha per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo", ha scritto la sciatrice sui social.

Per l'assistenza e gli interventi di fisioterapia e di riabilitazione fisica, come purtroppo le è già successo in passato, Sofia è solita fare riferimento a tre diversi centri specializzati di Mantova, Verona e Bergamo. Goggia ha riportato un trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con lesione parziale del legamento crociato, piccola frattura del perone e sofferenza muscolo tendineo. La vincitrice dell'oro nella discesa a PyeongChang 2018 aveva già subito un intervento chirurgico al legamento nel 2013, all'inizio della carriera. 

 

Il post sui social - Difficile fare previsioni ora sulle possibilità di recupero. La stessa Goggia non è sbilanciata e sui social ha scritto un messaggio un po' criptico: "Se questo è il piano che Dio ha per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo. Grazie a tutti", si legge. L'azzurra accompagna il post ad alcune foto in bianco e nero e all'emoticon di due cuori, uno dei quali spezzato.

 

MALAGÒ: "FARÀ L'IMPOSSIBILE PER STUPIRCI ANCORA"
Sofia Goggia
"farà l'impossibile per provarci" e per "stupirci ancora". Intervistato da Il Messaggero, il presidente del Coni Giovanni Malagò si sforza di mostrarsi ottimista. "Stavo vedendo la gara, è stato un momento surreale - ha detto Malagò - Nella mente si sono affollati tanti pensieri, i pochi giorni che ci separano da Pechino, gli infortuni precedenti, il conto aperto con il destino".

"La vita, lo sport sono così - ha aggiunto - Sofia lo sa bene, va sempre al massimo e conosce le insidie che si nascondono, dentro e fuori dalla pista. Incarna alla perfezione lo spirito e i valori del nostro movimento, non si arrende facilmente. Sono sicuro che farà l'impossibile per provarci, per stupirci ancora. È stata designata portabandiera non solo per i successi ottenuti ma per quella straordinaria capacità di rappresentare l'identità che fa eccellere lo sport italiano nel mondo. E sono convinto che la nostra spedizione resta di tutto rispetto, anche qualcosa in più. Quattro anni fa, portammo a casa dieci medaglie. Ora, possiamo vincerne potenzialmente il doppio, una ventina. Non esagero, può succedere di tutto, anche questa volta".

Malagò ha poi fatto  un discorso generale sullo stato di salute e le aspirazioni future del movimento sportivo del Paese, dopo i trionfi alle Olimpiadi in Giappone. "Quello che è successo a Tokyo è irripetibile, frutto anche dell'imponderabile. Ma bisogna riconoscere che la nostra preparazione olimpica è di altissimo livello - ha rivendicato il capo dello sport italiano - Merito di professionisti straordinari, che hanno saputo organizzarsi durante la pandemia, senza smettere un giorno di allenarsi. Fa impressione dirlo, ma nello sport siamo una potenza mondiale, secondi solo agli Stati Uniti e lo dimostreremo anche a Pechino. Poi certo, i risultati dipendono dai centesimi, da un alito di vento, dai pettorali, dallo stato d'animo con cui ci si affaccia alla gara. Sia chiara una cosa, però: non è un miracolo eterno. Se non ci arriva la spinta della scuola, con la crisi economica, il problema delle bollette energetiche e la caporetto demografica, nel medio termine saremo condannati a non ripetere questi risultati". 

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