PROGETTO VINCENTE

De Laurentiis, dal fallimento allo scudetto: sogno coronato dopo 19 anni

Il presidente ha rilevato il club in crisi il 6 settembre 2004: dopo coppe nazionali e secondi posti, finalmente il tricolore

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Se gli ultimi due scudetti erano stati nel segno di Diego Armando Maradona, insieme a Pelé il più grande calciatore della storia, nel tricolore appena conquistato dopo 33 anni di attesa c'è la firma indelebile di un fuoriclasse della scrivania come Aurelio De Laurentiis. Il presidente, che aveva prelevato il 6 settembre 2004 una società fallita e costretta a ripartire dalla Serie C, ha coronato il suo grande sogno dopo quasi 19 anni. Un progetto vincente costruito nel tempo, passo dopo passo, con le vittorie nelle coppe nazionali (tre Coppe Italia e una Supercoppa) e la bellezza di 4 secondi posti come preambolo al trionfo meritatissimo di domenica. In tutti questi anni AdL ha gestito il club in modo oculato e ha combattuto ogni giorno per il suo Napoli, mettendosi contro tifosi, istituzioni cittadine (e non solo) e parte del mondo del calcio.

IL TENTATIVO DI ACQUISTARE IL NAPOLI NEL 1999
Il 6 luglio 1999, con una conferenza stampa nel suo stile, già allora “sfarzoso” e “pirotecnico”, De Laurentiis presentò un'offerta all'ingegnere Corrado Ferlaino, il presidente dei due scudetti (1987 e 1990) e della retrocessione in Serie B del 1998, e all'armatore Giorgio Corbelli, re delle televendite in quanto padrone di Telemarket 1 e 2, co-propietari di uno dei “Napoli” più fallimentari della storia. Il produttore cinematografico non volle rilevare la società ma chiese a Ferlaino di cedere il titolo sportivo del Napoli alla Figc, che poi avrebbe potuto assegnarlo a una società da lui costituita: 50 miliardi avrebbero indennizzato Ferlaino, gli altri 50 sarebbero serviti per subentrare nei contratti di giocatori e allenatore e acquistare Soccavo. Il produttore attese una risposta per 30 giorni, ma Ferlaino non ebbe alcuna intenzione di vendere. All’epoca, De Laurentiis era spalleggiato dall'ex presidente azzurro Roberto Fiore. Insolite le modalità della trattativa: come già detto, venne promossa attraverso un'offerta pubblica di acquisto, oltretutto, in termini pratici, si volle chiedere alla federazione di togliere il Napoli a Ferlaino e darlo alla Coppia De Laurentiis-Fiore per 100 miliardi. La vicenda si concluse con un nulla di fatto e con esposti in Tribunale. 

6 SETTEMBRE 2004: NASCE LA NAPOLI SOCCER DI DE LAURENTIIS
Il 6 settembre 2004 dalle ceneri della Società Sportiva Calcio Napoli, nasce la Napoli Soccer con presidente Aurelio De Laurentiis, che il giorno prima ebbe l'ok dalla curatela fallimentare per rilevare la squadra cittadina, in cambio di una cifra di circa 30 milioni di euro. Grazie al 'lodo Petrucci', la squadra poté ripartire dalla Serie C1. Il 10 settembre la prima conferenza stampa, con al fianco il nuovo direttore generale Pierpaolo Marino e l'allenatore Gianpiero Ventura. Come spesso ricordato da De Laurentiis nel corso degli anni, la nuova società si ritrovò alle prese con una realtà particolare e complicata: una squadra senza campi di allenamento, palloni e divise ma, soprattutto, senza calciatori. "Non volevo tirarmi indietro, solo concludere l’operazione nella maniera più corretta possibile. Ho capito che era obbligatorio trovare un accordo, anche a costo di fare un ulteriore sacrificio. Ho ottenuto ciò che volevo. Ripartiremo da zero e a testa alta, anche se non ci sarà il miracolo del ripescaggio in serie B - le sue prima parole dopo l’accordo con la Fallimentare al termine di una giornata tesissima -. Il primo obiettivo è riportare allegria al San Paolo: prometto un calcio divertente, come i miei film al cinema. Basta chiacchiere, è tempo di serietà e di fatti. Il mio modello sarà Della Valle. Voglio creare una società organizzata e seria: delegherò il giusto, anche se mi piace seguire da vicino tutte le mie attività. La fretta è degli stupidi. Abbiamo il tempo che ci occorre. L'ammuina è finita, è l’ora dei fatti". 

DALLA SERIE C ALLA A IN SOLI TRE ANNI
Il primo acquisto dell'era De Laurentiis fu il centrocampista Francesco Montervino che si allenava senza palloni e divisa ufficiale. Alla guida della squadra Giampiero Ventura, poi esonerato per far posto a Edy Reja). Il Napoli non riuscì subito a essere promosso in Serie B. Nei play-off arrivò la sconfitta nel derby contro l’Avellino. L’anno successivo però il Napoli conquistò facilmente la Serie B, prima nel girone B con 68 punti. In seguito alla promozione il presidente comprò marchio e trofei e tornò la vecchia denominazione SSC Napoli.
Il campionato di Serie B 2006/2007 fu uno dei più seguiti. La Juve, dopo Calciopoli ricominciava dalla B, il Napoli cercava la promozione immediata. Il 10 giugno 2007 grazie al pareggio con il Genoa, arrivò la conquista della Serie A. Prima in classifica la Juve con 85 punti, poi il Napoli con 79 e il Genoa con 78. Il Napoli torna così in Serie A dopo 6 anni

SUBITO L'EUROPA AL PRIMO ANNO IN SERIE A
Nel primo anno di Serie A il Napoli di Reja, con due giovani di grandi prospettive come Hamsik e Lavezzi, arrivò ottavo, giocando (e vincendo) l’Intertoto per partecipare alla Uefa. Il club torna in Europa nel settembre del 2008, quando ospita al San Paolo il Benfica per il primo turno di Coppa Uefa. E' un ritorno storico per gli azzurri, che non giocavano una gara europea dal 1994-95. L’anno successivo la squadra terminò il campionato con un modesto dodicesimo posto; addio a Donadoni nell'ottobre 2009 e via all'era Mazzarri, che al primo anno arrivò sesto, garantendo la partecipazione all'Europa League. Nella stagione 2010/2011, anche grazie all'acquisto di Edinson Cavani dal Palermo, il Napoli arrivò terzo e tornò in Champions League per la prima volta dal 1990 quando ancora si chiamava Coppa dei Campioni. 

IL PRIMO TROFEO NEL 2012: IL NAPOLI TORNA GRANDE
L’anno successivo il Napoli terminò quinto in campionato ma riuscì a conquistare il suo primo trofeo post fallimento. Il 20 maggio del 2012, AdL vince il suo primo trofeo. A Roma, la squadra di Mazzarri batte 2-0 la Juventus, conquistando la quarta Coppa Italia della sua storia. L'ultimo trofeo napoletano era datato 1° settembre 1990, quando Maradona e Careca travolsero 5-1 i bianconeri nella Supercoppa italiana. Nel campionato 2012/2013 il Napoli arrivò secondo, vicino alla Juve campione d’Italia (87 punti contro 78 degli azzurri). Via Mazzarri e Cavani, arrivano Benitez e Higuain. Il Napoli disputa una Champions eccellente, nel ‘Girone della morte’ con Borussia, Arsenal e Marsiglia gli azzurri vengono eliminati nonostante i 12 punti conquistati. In campionato il Napoli arriva terzo ma riesce a vincere la sua seconda Coppa Italia contro la Fiorentina (3-1 con doppietta di Insigne e gol di Mertens). Benitez fatica in campionato nella stagione seguente, terminando quinto, ma rimpingua la bacheca del club con la Supercoppa Italiana, vinta a Doha contro la Juve campione d'Italia. Il Napoli assaggia anche il profumo di una finale continentale, venendo eliminato in semifinale di Europa League dal Dnipro.

L'ERA SARRI E LO SCUDETTO SFIORATO
Nell'estate del 2015, De Laurentiis decide di puntare su Maurizio Sarri. Un binomio che per tre stagioni ha regalato sogni e spettacolo a una città intera. Sarri in Campania non alza trofei, però è come se lo facesse: due secondi e un terzo posto zeppi di record e numeri da capogiro, adrenalina e spettacolo che si fondono. La città è ai piedi del suo allenatore e nel 2018 accarezza come mai prima la conquista del terzo scudetto. Il Napoli alla fine arriva secondo con la bellezza di 91 punti conquistati e getta via il titolo, dopo aver battuto la Juve a Torino con una colpo di testa di Koulibaly, perdendo malamente a Firenze per 3-0. "A quel Fiorentina-Napoli mi capita di ripensarci. Sarebbe stato il coronamento di una storia straordinaria, di un sogno mio, della squadra e di tutta la città. Qualcuno ha fatto ironia sulle mie parole, ma chi ha fatto sport sa che abbiamo perso il titolo in hotel" le parole dell'attuale tecnico della Lazio tempo dopo la grande beffa.

CON ANCELOTTI E GATTUSO AMORE MAI SBOCCIATO
Dopo la delusione per la mancata conquista dello scudetto, De Laurentiis decide di ripartire da Carlo Ancelotti. Il 23 maggio del 2018, alle 19.35, il tecnico più vincente in Champions League diventa ufficialmente il nuovo allenatore del Napoli. Una storia durata 566 giorni. La prima stagione si chiude con 30 successi in 52 panchine: 10 pareggi e 12 sconfitte, il secondo posto in campionato, l'eliminazione immeritata dai gironi di Champions e i quarti di Europa League (eliminato dall'Arsenal). Pari al 58% di vittorie in stagione. Sarri, l'anno prima, aveva registrato il 67%. Il primo Sarri il 68%. Nella seconda stagione, Ancelotti parte alla grande in Champions ma stenta in campionato. La situazione precipita a partire da novembre dopo il match con il Salisburgo, quando i giocatori fanno rientro nelle loro case senza l'autorizzazione della società. E solamente Ancelotti e il suo staff proseguono il ritiro a Castel Volturno. In campionato la squadra conquista solo 9 punti in 9 giornate, un cammino deficitario che segna il destino di Ancelotti. Alle 23.38 del 10 dicembre 2019, lo stesso giorno del 4-0 sul Genk, il profilo ufficiale Twitter del club dà l'annuncio: "La Societa Sportiva Calcio Napoli ha deciso di revocare l’incarico di responsabile tecnico della prima squadra al signor Carlo Ancelotti. Rimangono intatti i rapporti di amicizia, stima e rispetto reciproco tra la società, il suo presidente Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti". L'11 dicembre 2019 viene ingaggiato Rino Gattuso: nella stagione condizionata dal Covid-19, il Napoli chiude il campionato al 7° posto ma conquista la Coppa Italia, superando 4-2 la Juventus ai rigori. L'anno successivo infortuni e Covid condizionano il lavoro del tecnico calabrese, che alterna buone gare a prestazioni sottotono. Il Napoli getta al vento la qualificazione alla Champions League pareggiando 1-1 in casa con il Verona, un risultato che porta De Laurentiis all'esonero di Gattuso.

L'ARRIVO DI SPALLETTI E LO SCUDETTO
Il 29 maggio 2021 il Napoli annuncia il nuovo allenatore: si tratta di Luciano Spalletti, che torna in panchina dopo un biennio sabbatico in seguito all'esonero dall'Inter. Il nuovo allenatore parte benissimo con 8 vittorie nelle prime 8 giornate, eguagliado il primato di Sarri (stagione 2017-2018). Nel corso della stagione, però, manca continuità e il Napol si deve accontentare del terzo posto finale alle spalle di Milan e Inter. In estate partono big come Insigne, Koulibaly, Mertens e Ospina e arrivano giocatori promettenti come Kim, Kvaratskhelia, Raspadori e Simeone. Spalletti trova subito la giusta alchimia e l'impatto dei nuovi arrivati è devastante (Kim e Kvara su tutti). La squadra gioca un calcio moderno e spettacolare, parte benissimo in campionato dove tiene un ritmo pazzesco. La prima sconfitta in campionato arriva solo il 4 gennaio 2023 contro l'Inter dopo 11 vittorie di fila. I nerazzurri si fanno sotto, ma non riescono a trovare continuità. Il Napoli crea un abisso con le avversarie, attraversa un momento di appannamento culminato con l'eliminazione nei quarti di Champions League contro il Milan ma a 5 giornate dalla fine arriva la matematica: De Laurentiis riporta lo scudetto in città dopo 33 anni. Un autentico capolavoro, probabilmente il miglior film della sua carriera.

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