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Marocco e Svizzera gli ultimi ostacoli in vista del derby Spagna-Portogallo

Le selezioni di Luis Enrique e Fernando Santos sperano di ritrovarsi di fronte ai quarti di finale

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Marocco e Svizzera gli ultimi ostacoli in vista del derby Spagna-Portogallo - foto 1
© Getty Images

Il Mondiale delle sorprese sta tornando alla normalità. Il Giappone si è arreso solo ai rigori, per il resto le grandi stanno riappropriandosi di Qatar 2022. Marocco e Svizzera sono gli ultimi ostacoli tra Spagna e Portogallo e l'attesissimo derby dei quarti di finale. Non certo una formalità se si pensa a quanto fatto finora dagli africani e alla forza del collettivo della selezione di Yakin, che, tra l'altro, ha eliminato l'Italia nelle qualificazioni mondiali.  

Luis Enrique si gusta l'unica vera nazionale in Qatar capace di giocare come una squadra di club. Sarà il retaggio di un calcio abituato a certi concetti e movimenti, resta il fatto che la Spagna sa muoversi secondo principi consolidati e mandati a memoria. Niente più falso nueve, ormai Morata si è conquistato il posto da titolare al centro dell'attacco. Ai lati Ferran Torres e Dani Olmo, con il super centrocampo made in Barça, orchestrato dal "vecchio" Busquets e alimentato dalla freschezza di Gavi e Pedri. Dall'altra parte una delle vere rivelazioni, il Marocco di Redragui, zeppo di classe con esterni difensivi del livello di Hakimi e Mazraoui, la regia di Amrabat e il tridente Ziyech-El Nesyri-Boufal. 

Fernando Santos, al momento, ha il solo problema della gestione di Cristiano Ronaldo, visto che non può permettersi di sostituirlo, pena insulti e stizza controllata a fatica. Chissà se l'accordo milionario con gli arabi riesca a tranquillizzarlo. Per il resto è la solita sequenza di tecnica applicata, con il tridente di trequartisti (Bruno Fernandes-Bernardo Silva-Joao Felix) alle spalle di CR7. Di fronte c'è la rognosissima Svizzera, per referenze chiedere a Mancini. Il 4-2-3-1 di Yakin prevede Xhaka e Freuler davanti alla difesa con Shaqiri, Sow e Vargas alle spalle di Embolo. Sanno chiudere qualsiasi spazio e fare male quando ripartono. Organizzati in entrambe le fasi, gli svizzeri sono tutt'altro che un avversario semplice. 

 

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