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IL MONDIALE "TATTICO"

Difese fluide, pressing a sprazzi e sistemi variabili: le tendenze di Usa '25

La competizione negli Stati Uniti ha confermato che l'organizzazione di gioco ha raggiunto alti livelli in ogni parte del mondo

di Andrea Cocchi
28 Giu 2025 - 14:04
 © dazn

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Un tempo si aspettavano quattro anni, la scadenza di ogni Mondiale per Nazioni, per vedere in che direzione andasse il calcio. Nelle Selezioni, in ogni caso, è più complicato dare un'organizzazione di gioco complessa, visto il poco tempo a disposizione per lavorare in questo senso. La logica del ct "come un eunuco nell'harem" per citare la famosa frase di Arrigo Sacchi. In una competizione mondiale per club è oggettivamente più facile trovare delle indicazioni tattiche e strategiche per valutare quali siano le tendenze più comuni del pallone moderno. Anche se la varietà è l'aspetto più interessante di questo Usa 2025, perlomeno valutando la fase a gironi e quindi tutte le 32 squadre partecipanti. Ci limitiamo a sottolineare gli aspetti che sono balzati maggiormente all'occhio. 

IL SISTEMA VARIABILE DI REAL MADRID E MANCHESTER CITY
Una ha appena cambiato allenatore, l'altra viene da una stagione dimenticabile. Eppure sono tra le due squadre che più hanno colpito per la variabilità di sistema e l'atteggiamento offensivo. Xabi Alonso sta cercando di far transitare il Real dall'individualismo spinto a un'organizzazione più sofisticata. E' partito con il sistema di gioco di Ancelotti, quel 4-2-3-1 che può diventare 4-3-3 a seconda della posizione di Belligham, ma in fase offensiva la difesa passa a 3 per lo spostamento centrale di Alexander Arnold che si mette in linea con un centrocampista centrale, in una sorta di 3-2-5 posizionale. Nell'ultima partita, quella con l'Al Hilal, è invece partito direttamente con un settore arretrato composto da tre giocatori, con Tchouameni in mezzo a Rudiger e Huijsen, chiedendo agli esterni (Alexander Arnold e Fran Garcia) di occupare tutta l'ampiezza. Valverde si è piazzato davanti alla difesa con Guler sul centrosinistra e Bellingham (un po' più avanzato) nell'altro mezzo spazio. Davanti, la coppia Vinicius-Gonzalo Garcia. Lo sviluppo della manovra è stato molto verticale ma per step di passaggi fatti spesso di prima tra giocatori non troppo distanti tra di loro, a cercare poi il movimento profondo delle punte. Il City ha saputo esasperare la sua logica posizionale cercando strade diverse, sempre nell'idea di schierare giocatori molto tecnici. E' partito con due centrali di difesa dietro a un centrocampista basso, aiutato dal movimento ad accentrarsi dei due esterni. Un 2-3-5 che consentiva il passaggio diretto verso i laterali alti che potevano sfruttare l'uno contro uno o l'inserimento del trequartista sulla fascia. Nella seconda partita ha usato una sorta di 3-1-6, in fase offensiva, per aumentare la potenza di fuoco nella ricerca dei gol. Contro la Juve, abituata alla marcatura individuale, ha spostato un centrocampista tra i centrali di difesa, alzando gli esterni bassi e muovendo verso il centro i laterali alti (Doku e Savinho). Un 3-4-2-1 che ha mandato in tilt Tudor.

IL BLOCCO CENTRALE PER RIPARTIRE IN VELOCITA' DEL BOTAFOGO
E' stata una delle sorprese della fase a giorni. In una sorta di riedizione della Coppa Intercontinentale dei tempi d'oro, la squadra che ha conquistato la Libertadores ha battuto i campioni d'Europa. Il Botafogo ha saputo difendere meglio delle squadre del vecchio continente contro il Psg. E lo ha fatto togliendo ai francesi la possibilità di sviluppare il gioco centralmente per poi allargarsi sull’esterno. I brasiliani hanno usato una sorta di imbuto, formato dalla punta, dai due esterni alti (accentrati alle spalle di Igor Jesus) e da due dei tre centrocampisti, con quello schierato davanti alla difesa a coprire possibili passaggi verticali. Una volta recuperato il pallone il Botafogo sa fiondarsi in profondità a velocità supersonica con pochi ma studiati movimenti. 

IL "MOVIMENTISMO" RELAZIONALE DEL FLAMENGO
E' una delle squadre più belle da vedere. Filipe Luis ha creato un meccanismo che sembra aver riportato il calcio brasiliano ai tempi di Telé Santana, ma con venature moderne. Il Flamengo non butta mai un pallone, cerca di risalire il campo con passaggi precisi generati dal movimento costante dei suoi giocatori. I due centrali di metà campo, Jorginho e Pulgar, non sono mai in linea per permettere uno sviluppo verticale. La punta viene sempre incontro e crea dei quadrilateri e dei triangoli per la progressione della manovra, aiutata dagli spostamenti verso il centro degli esterni alti, e allo sfruttamento della cosiddetta "escadinha", un modo di avanzare in cui i giocatori si piazzano in diagonale su altezze di campo diverse. E' una summa del calcio aposizionale o relazionale, di cui è stato profeta Fernando Diniz nel Fluminense (e ancora oggi la squadra di Renato Portaluppi ne porta dei chiari segni). In sintesi è un gioco che prevede la rapida messa in relazione tra più giocatori attraverso il possesso palla, senza badare all’occupazione fissa di spazi e posizioni per creare situazioni di superiorità numerica in ogni zona del campo

LE ROTAZIONI VERTICALI DEL MAMELODI
Un'altra squadra che ha saputo impressionare per qualità e sviluppo della fase offensiva è stato il Mamelodi Sundowns. I sudafricani, guidati dal portoghese Cardoso, hanno sempre utilizzato un'uscita pulita del pallone che ha sfruttato il lavoro costante dei centrali di metà campo, Mokoena e Allende (in un teorico 4-2-3-1), con l'ipotetica mezza punta, Zwane, a scambiare la posizione con gli altri centrocampisti e con i due esterni alti, Ribeiro e Matthews. Le continue rotazioni in mezzo, i tagli verso il centro dei laterali e la progressione in verticale della manovra, trovava poi nei movimenti profondi della punta Rayners una soluzione perfetta per concludere una manovra che, grazie al movimento verso il centro delle ali, liberava anche la fascia per l'inserimento costante degli esterni bassi. 

I POCHI SOPRAVVISSUTI DELL'AGGRESSIONE UOMO SU UOMO
Dalle nostre parti è abbastanza usuale vedere un pressing, portato anche a livelli alti del campo, orientato sull'uomo. In questo Mondiale si è più assistito a un controllo della zona ad altezze medie, con l'utilizzo di un blocco di quattro giocatori offensivi (un po' il sistema usato da Fonseca e Conçeicao contro l'Inter nei derby di quest'anno) o di una chiusura di 3+2, con marcamento a uomo nella zona, sulla prima impostazione avversaria. C'è comunque chi si è avventurato nell'uno contro uno, anche ad altezze altissime, come il River Plate contro l'Inter o, in certe occasioni, l'Al Hilal. Il Wydad ci ha provato, da posizioni più basse, contro la Juve e la squadra di Tudor ha fatto lo stesso contro il City. In entrambi i casi con risultati non proprio confortanti. 

L'USO DEI LATERALI BASSI DEL CHELSEA
Enzo Maresca ha portato al Mondiale certe soluzioni di gioco usate nel corso della stagione. Nella prima partita del girone ha usato Cuccurella come centrocampista centrale aggiunto, lasciando la corsia di sinistra al laterale alto portoghese Pedro Neto. In questo modo la difesa diventava a tre con due giocatori davanti. L'altro centrale avanzava formando un quadrato in mezzo al campo con Palmer a occupare la posizione di centrodestra, con Llavia nell'altro mezzo spazio, mentre Caicedo e Cuccurella stazionavano davanti alla difesa. Nella terza partita, invece, il terzino spagnolo è andato direttamente a fare il vertice alto a sinistra del quadrilatero di centrocampo, per poi tornare dietro in fase difensiva. 

IL MODO DI BUCARE I BLOCCHI BASSI DI PSG E BAYERN
Se ti chiami Psg o Bayern Monaco hai la certezza che chi ti affronterà cercherà di renderti la vita difficile chiudendosi in un blocco molto basso. I campioni d'Europa, partita con il Botafogo a parte, sono sempre riusciti a trovare dei varchi seguendo le logiche che li hanno portati ad alzare al cielo di Monaco la Champions League. Nel sistema di Luis Enrique c'è la piena libertà di muoversi all'interno però di una logica posizionale, per cui non è importante chi occupa un determinato spazio ma che quel determinato spazio venga occupato, non importa da chi. Non è fondamentale il ruolo, quindi, ma la funzione. Il Psg ha molti modi per attaccare l'area avversaria. In posizioni più basse sfrutta le catene, con due giocatori che aprono lo spazio arretrando e facendosi seguire dall'avversario. In questo modo si libera la zona intermedia subito occupata dal movimento in profondità del terzo della catena (può essere la mezzala, l'esterno alto o quello basso). Quando si trova nei pressi dell'area avversaria usa lo stesso sistema (esco, porto via l'uomo e libero lo spazio), anche se le zone sono più congestionate. Se il difendente non segue il giocatore del Psg, quest'ultimo può girarsi e puntare la porta o servire chi attacca lo spazio. Il Bayern è solito affrontare le difese basse con un iperoffensivo 2-4-4. Rimangono in appoggio i centrali di difesa, mentre gli esterni bassi si alternano in ampiezza o nell'half space con l'ala corrispondente. Il trequartista può scegliere di aspettare in un mezzo spazio, scambiando la posizione con i laterali alti o bassi o con uno dei centrali di metà campo, o portarsi in linea con il centravanti. 

LE VARIAZIONI SUL TEMA DI INTER E JUVE 
L'Inter si è ritrovata ad affrontare la competizione con un nuovo allenatore. Non è semplice pensare di insegnare il proprio calcio in così poco tempo. Infatti Chivu ha cercato di utilizzare certe logiche del predecessore (l'inserimento in avanti dei centrali di difesa, il cambio di gioco verso l'esterno e l’inserimento delle mezzali), mettendoci qualcosa di suo. Per esempio il sistema di gioco ha contemplato anche il passaggio al 3-4-2-1, prima di tornare al classico 3-5-2 inzaghiano. Oltre alla scelta di marcare a zona sui piazzati, Chivu sembra orientato a una maggiore ricerca della profondità, piuttosto che alle continue rotazioni per fare avanzare la manovra. Si è visto in più di un'occasione, per esempio, il movimento combinato della punta, o delle punte, in arretramento con il contemporaneo inserimento delle mezzali. Tudor ha un compito teoricamente più facile, visto che guida la Juve già da un po'. La sua idea è stata quella di puntare su un sistema, il 3-4-2-1, con alcune carrieristiche particolari. Innanzitutto gli inserimenti in avanti di due dei tre centrali (Kalulu a destra e Kelly a sinistra). In questo modo si viene a creare un quadrilatero per fascia in cui si sviluppano combinazioni che comprendono anche la mezza punta, il laterale e il centrocampista da quella parte. Cosa inedita in un centrocampo a quattro, in cui si è visto l'inserimento in velocità sulla trequarti dei centrali di metà campo, soprattutto con McKennie e Thuram.

LE USCITE DA BASSO DA CHI NON TE LO ASPETTI
La dimostrazione che il calcio è ormai totalmente globalizzato è arrivata vedendo lo sviluppo della manovra di squadre del cosiddetto terzo mondo del pallone. Seattle Sounders, Los Angeles Fc, Wydad Casablanca, Esperance Tunisi, Urawa Red Diamonds e Monterrey hanno messo in mostra, in modo diverso, una logica precisa nell'impostazione del gioco. Più avanzato il livello, anche tattico, dell'Al Hilal di Simone Inzaghi, ricco di buoni giocatori e con l'eredità di tecnici di valore. L'ex allenatore dell'Inter, in ogni caso, guida un complesso che sa pressare in modo intelligente, passare dalla difesa a quattro a quella a tre e ricercare combinazioni di gioco (come l'utilizzo del terzo uomo), di alto livello. Poi c'è l'Inter Miami, in cui Mascherano ha deciso intelligentemente di puntare su un blocco basso con due linee da quattro dietro a due "anziani" liberi di fare quello che vogliono, anche di non sbattersi troppo in fase difensiva. Una scelta logica, visto che Messi e Suarez hanno dimostrato di poter ancora fare la differenza. 

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