30 SENZA LODE

Scarafoni, il sosia di Valdano che adesso lavora... in spiaggia

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Dall’anno di nascita 1959 a quello 1988: storie di 30 campioni mancati del nostro calcio, grandi talenti che hanno però deluso (in tutto o in parte) le promesse


E’ un pomeriggio di maggio, domenica 9 per l’esattezza. L’anno è il 1982, l’Italia di Bearzot, ovviamente, non è ancora campione del mondo e il ct è nel mirino della critica. Al vecchio stadio Olimpico si sfidano Roma e Ascoli, due squadre che non hanno più nulla da chiedere al campionato. E’ la penultima giornata. La Roma di Liedholm è stata a lungo protagonista ma ormai il gap da Juventus e Fiorentina è incolmabile, tanto che Falcao viene risparmiato dal Barone a tutto vantaggio della Seleçao. L’Ascoli si gode un sesto posto che sa di miracolo e Carletto Mazzone prova a regalare gloria a qualche ragazzino della Primavera. Ne porta tre in panchina: Beppe Iachini, mediano, classe ’65, che ha debuttato appena la settimana prima in casa del Torino; Antonio Regoli, mezzala, classe ’64, che debutterà la domenica dopo contro il Bologna; Lorenzo Scarafoni, attaccante classe ’65. All’82esimo il ragazzino, con la maglia numero 16, entra al posto di Gabriello Carotti, centravanti di manovra di scuola Milan. Otto minuti non bastano per guadagnarti un voto, al limite puoi leggerti il nome sul giornale e, nel caso, pure con un… refuso. Scarafone, con la e, si legge nella cronaca del Corriere della Sera di lunedì 10 maggio a firma Enzo Sasso. E dire che ‘O Scarrafone, brano di punta di “Un uomo in blues”, verrà pubblicato da Pino Daniele solo nove anni dopo… E si trasformerà, per Lorenzo, in un vero e proprio tormentone per titolisti poco originali…

Nelle tre stagioni successive, dal 1982-83 al 1984-85, il giovin Lorenzo giocherà altri spezzoni in Serie A per poi disputare, il 2 dicembre 1984, la sua prima da titolare. E non è una partita banale. Il suo “mentore” Carletto Mazzone è da poco stato sostituito da Vujadin Boskov che a Torino contro la Juventus gli assegna la maglia numero 7 disegnando un Ascoli iper offensivo: Scarafoni e Cantarutti punte, Dirceu e Patricio Hernandez trequartisti. Finisce 2-2 e sembra l’inizio di una gran bella favola. Ma pochi giorni dopo in una gara del campionato Primavera contro il Pisa un brutto intervento di tal Tognarini gli procura la frattura del perone destro con annessa lesione ai legamenti della caviglia. Uno stop che lo terrà fuori parecchi mesi, fino all’estate dell’85 quando sarà convocato per il ritiro precampionato. Fisico, tecnica e spirito di sacrificio: Lorenzo, insomma, è uno che piace ai tifosi come agli allenatori.

Rimarrà nella squadra della sua città altri tre anni: nel 1985-86 è nella rosa che torna in A (ma con poche partite da titolare e zero gol); nel 1986-87 segna le sue prime reti in Serie A. Il primo gol, che in ogni caso… non si scorda mai, in casa della Fiorentina al 90esimo non evita la sconfitta (2-1) dei bianconeri. Il secondo, a Brescia, vale la salvezza: a tre minuti dalla fine, Scarafoni raccoglie in area un tiro strozzato di Iachini (proprio il vecchio compagno delle giovanili…) e di controbalzo da centroarea batte Aliboni. Gol che condanna il Brescia alla retrocessione e lascia l’Ascoli in A. Impresa che vale la conferma di Ilario Castagner in panchina e il definitivo lancio di Lorenzo nella massima serie. Il presidente Rozzi allestisce una discreta squadra e sceglie due stranieri promettenti: un giovane bomber brasiliano in arrivo dal Porto (Walter Casagrande) e un giovanissimo talentuoso trequartista che di nome fa Hugo e di cognome Maradona. Huguito si rivelerà un flop, Casagrande troverà qualche difficoltà nel suo primo anno in Italia. E così i gol salvezza arriveranno proprio da Scarafoni. Che comincia il campionato alla grande: ne segna ben cinque nelle prime 6 giornate. Poi, dopo un blackout di quasi cinque mesi, a metà marzo torna a firmare reti importanti e decisive: vittoria 2-1 sull’Inter e pareggio 1-1 contro la Samp. In quel periodo gioca anche nell’Under 21 di Cesare Maldini la fase finale dell’europeo under 21, con eliminazione per mano della Francia (fra gli altri di Blanc, Angloma e Cantona). Bottino complessivo stagionale di 7 reti (più un’altra in Coppa Italia contro la Samp, vincitrice poi del torneo) e missione-salvezza compiuta, ma il distacco dall’Ascoli si concretizza con una “personale” retrocessione. Nell’estate ’88 infatti scende di categoria per giocare in un Bari ambizioso: la famiglia Matarrese per tornare nella massima serie costruisce un vero e proprio dream team. Panchina affidata a Gaetano Salvemini, oltre a Scarafoni (inseguito da varie squadre di A) arrivano in biancorosso un regista con i fiocchi, l’ex nazionale Di Gennaro, scudettato con il Verona nell’85, e un altro bomber dal pedigree doc, Paolo Monelli. Che si aggiungono al trequartista Maiellaro, acquisto top della stagione precedente. La squadra vola in A (primo posto a pari merito con il Genoa del professor Scoglio) ma sotto l’aspetto personale non è esattamente una stagione da incorniciare: solo 5 reti (due, una all’andata e una al ritorno, nel personalissimo derby contro la Sambenedettese). Un contributo non eccezionale che vale comunque la riconferma per quello che molti consideravano la “risposta italiana a Jorge Valdano”, un attaccante bravo in fase offensiva ma anche a fare pressing e ad aiutare il centrocampo. Nel 1989-90 il Bari – sempre sotto la guida di Salvemini - conquista una comoda salvezza e Scarafoni segna un solo gol, nel 2-1 rifilato al Verona alla terza giornata. Quello segnato a Peruzzi rimarrà l’ultimo dei suoi 10 realizzati nella massima divisione…

In Puglia Lorenzo rimane ancora qualche mese: tempo di giocare i suoi ultimi spezzoni in A e con la cessione alla Triestina nel novembre ’90 comincia una serie di sei stagioni cadette sempre a cavallo della doppia cifra. Con gli alabardati segna 10 reti, l’anno dopo passa al Pisa dove fa centro 21 volte in due campionati, quindi dal 1993 al ’95 a Cesena realizza altri 23 gol. L’ultimo torneo di prestigio in B lo gioca nel 1995-96 vestendo il rosanero: il Palermo dei “picciotti” allenato da Ignazio Arcoleo (gloria del calcio locale, nativo di Mondello) arriva al settimo posto e Scarafoni è uno dei migliori firmando 9 gol in campionato e rifilandone uno, nei quarti di Coppa Italia, alla Fiorentina di Batistuta che vincerà poi il trofeo. Motivi economici portano alla cessione di Scarafoni al Ravenna, sempre in B: ma l’avventura nella squadra romagnola, allora diretta da Novellino, dura lo spazio di qualche mese (e di un solo gol, segnato da ex al Bari). La stagione si completa in C1 nell’Ancona (14 partite, 3 reti) prima di fare ritorno a Palermo nel 1997-98: gli 8 gol segnati non evitano la discesa in C2 dei rosanero, sconfitti nello spareggio salvezza dalla Battipagliese ma poi ripescati in C1 ai danni dell’Ischia. Piccola macchia in carriera, tra gol e giocate da applausi: un rigore sbagliato contro la Turris. Può succedere di sbagliare dal dischetto, è capitato ai più grandi campioni nella storia del calcio; più difficile farsi parare un rigore… da un non-portiere, nell’occasione il difensore Pietro Tarantino (alto 1 metro e 68…) che aveva preso il posto del portiere Visconti espulso nelle battute finali proprio per aver provocato il penalty con una gomitata ai danni dello stesso Scarafoni.  Terminata la carriera da calciatore Lorenzo si cimenta in quella da allenatore: Primavera della Fermana per due anni, poi braccio destro del suo vecchio maestro Carlo Mazzone al Bologna dal 2003 per un biennio e poi al Livorno. La sua prima esperienza da “titolare” è all’Andria nella stagione 2006-2007 in C1. Nel luglio 2007 viene nominato coordinatore tecnico ad Avellino, sempre in C1, con in panchina un certo... Maurizio Sarri. Il sodalizio però dura il volgere di poche settimane, con Sarri esonerato prima dell’inizio del campionato. Negli ultimi anni ha allenato per diletto nelle sue Marche: Centobuchi, Fermana e altre squadre minori. Anche perché la sua principale attività ora… è in riva al mare. Nell’incantevole spiaggia di Marina di Altidona, a pochi chilometri da Fermo. Bagni Sant’Andrea. Bagni… da bomber.

 

Lorenzo Scarafoni classe 1965
Serie A: 84 presenze, 10 gol
Serie B: 260 presenze, 69 gol

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