I bianconeri aspettano il gioco del loro allenatore, preparandone pezzetti ogni partita. In Champions servirà un'identità più chiara
La Juve vince la partita scudetto e praticamente il campionato con una semplicissima partita di attesa, di sostanza e anche di esperienza contro una Lazio che non ha più la forza di reggere i ritmi che ha portato avanti fino al pre-lockdown. La Juve vince con pochissime idee sarriane applicate, ma bastano quelle poche per dominare il match.
La Juve in alcuni tratti in realtà va ancora più in là, sembra davvero anti-sarriana. Vive di strappi, soprattutto di Dybala e Douglas Costa, diventando aritmica in tanti momenti della partita, mentre il ritmo cadenzato è stato da sempre fondamentale per lo sviluppo del gioco sarriano. Le mezzali e gli esterni portano in continuazione la palla, altra bestemmia ad esempio del Napoli di Insigne, Callejon e Hamsik. Poi è una squadra in alcuni momenti lunghissima, con De Ligt-Bonucci che non riescono a tenerla corta, così come non riesce a variare le zone di gioco. La heatmap del primo tempo dimostra come il gioco si è concentrato unicamente nella zona di sinistra, senza saper sfruttare nemmeno il lato debole con cambi di gioco rapidi.