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Sebino Nela, il lato poco cool del calcio

Ruvido, spigoloso, solitario, orgoglioso e passionale. L’ex difensore è un uomo difficile da inquadrare ma che, a modo suo, è riuscito a entrare nel cuore dei tifosi. E ora si racconta con un libro uscito qualche settimana fa con Piemme

10 Feb 2021 - 07:16

Personaggio spigoloso, Sebino Nela. I più attempati – o di ogni età, se romanisti – lo ricordano per i dieci anni da tuttofare della difesa giallorossa negli Ottanta, cosce d’acciaio e sguardo da Tarzan; c’è stato nello Scudetto del 1983, nel dramma del Liverpool all’Olimpico e di nuovo nella finale di Coppa Uefa del 1991, contro l’Inter. Invece per chi non ha vissuto quelle stagioni, comunque, è il volto da prima serata, l’analista delle telecronache con Pardo e Piccinini, la voce affezionata più al gesto tecnico che alla tattica. Ma nonostante questa lunga e pure doppia frequentazione dei piani “alti”, è rimasto uno difficile da inquadrare, ruvido, impenetrabile a stereotipi che, sì, appiattiscono ma rendono anche così conoscibile quel mondo a chi ne rimane fuori. Ecco: nel suo caso, persino definirlo un outsider del grande calcio risulterebbe riduttivo, specie per l’ombrosità schiva che lo segna.

E quindi, chi è Sebino Nela? «Un orso», si risponde da sé ne Il vento in faccia, la sua autobiografia da poco uscita per Piemme, scritta con l’aiuto di Giancarlo Dotto, giornalista. E nel farlo rimarca un carattere solitario e orgoglioso, però passionale, solo apparentemente burbero, comunque non a caso «brutto forte».

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