Quella squadra non giocava un grande calcio, ma un calcio libero dalle attese, senza ambizione, con una spinta piuttosto divertente
Era il giocatore dell’anno, poi è diventato quello del secolo nel campionato danese. Kim Vilfort fu anche l’uomo dell’estate calcistica del 1992, con un segreto e un gol. A volte basta poco. Mentre in Italia ci si divideva tra “Mare mare” di Luca Carboni e “Hanno ucciso l’uomo ragno” degli 883, uscivano gli “Spietati” e “Basic Instinct” ma il film più visto era “Aladdin”, dall’altra parte dell’Adriatico c’era la guerra, uno dei primi esperimenti di morte nel rispetto della distanza sociale.
E quella guerra nella ex Jugoslavia ci privò di rivedere una squadra che avevamo amato a Italia ’90 e che Gigi Riva ha raccontato ne “L’ultimo rigore di Farouk”. Tra embarghi Onu e spari, bombardamenti e massacri: una settimana prima dell’inizio del campionato europeo di calcio al posto di quella Jugoslavia – che poi riapparirà sotto forme e paesi differenti solo anni dopo, balcanizzata – fu richiamata la nazionale danese, che dalle vacanze rispose: Ma sì, veniamo, che ci costa. Tanto si giocava nella vicina Svezia.