Ritratto del centravanti del Southampton, rivelazione della Premier di quest’anno
Jurgen Klopp non avrebbe voluto cederlo. Specialmente dopo averlo visto recuperare dagli infortuni che gli avevano fatto saltare praticamente due stagioni consecutive col Liverpool. Uno, addirittura, al primissimo allenamento agli ordini del tecnico tedesco. Eppure Danny Ings ha preferito andare via da Anfield, giocare al Southampton, la squadra del suo cuore, lui nato a 20 chilometri da lì, a Winchester. Prima in prestito e poi in via definitiva: tutti contenti, specialmente i Reds che hanno visto entrare in cassa una ventina di milioni di sterline, il doppio di quello che avevano speso per strapparlo al Burnley nel 2015. Una bella cifra, comoda per plusvalenze, fair play finanziario e quant’altro.
All’epoca, cinque anni fa, Ings era uno dei giovani inglesi più promettenti, miglior giocatore della Championship nel 2014, la seconda serie dopo la Premier, quando aveva trascinato proprio il Burnley tra i grandi con ben 21 gol, a nemmeno 22 anni. Più altri 11, alla prima stagione in Premier, terminata con una retrocessione dei suoi e con la sua cessione, appunto, ai Reds, salutato come uno dei più grandi giocatori mai passati da Turf Moor.