Dieci partite su dieci

Cronaca di una maratona davanti allo schermo

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Sono le 15 di venerdì 19 febbraio. Non ho programmi particolari per il weekend (chi li ha?). Mettendo la formazione al Fantacalcio, mi accorgo che, forse per la prima volta, le partite di Serie A sono spalmate su dieci orari diversi. Sento il profumo dello spezzatino che triggera i nostalgici del «si stava meglio quando tutte le partite erano alle 15», e nella testa inizia a profilarsi il capolavoro: fare l’en plein, guardarle tutte e dieci. Anche Cagliari-Torino. Anche Parma-Udinese.

Ne parlo con la mia ragazza, che inaspettatamente si fomenta anche lei (scoprirò solo dopo che ha preso impegni sia per il sabato che per la domenica). E allora mi lancio: come Barney Stinson ha vissuto la sua perfect week, io ci proverò con il mio perfect weekend, un’impresa non semplice. Se per qualcuno il programma divano, birra e partite è la santa Trinità, io odio star seduto e, nonostante sia veneto, sono pure astemio. Ho solo le partite. Dieci in quattro giorni. A por la Décima, si caricavano a Madrid quando cercavano la decima Champions League. E allora, immergiamoci (cit).

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