Davvero esistevano delle alternative a Pirlo?

L'esonero di Sarri è avvenuto ad appena un mese dall'inizio del nuovo campionato. E le piste che portavano a Zidane, Inzaghi, Allegri, Mancini, Conte, Spalletti, Sousa e Mauricio Pochettino o erano difficilmente percorribili o non convincevano fino in fondo. Per questo la scelta di Pirlo non è poi così assurda

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La premessa iniziale è doverosa: in questo pezzo non troverete slanci sulle idee tattiche di Andrea Pirlo, ipotesi di mercato basate su dirette Instagram di tre mesi fa o interviste dell’anno scorso, proiezioni di un undici tipo all’insegna di principi di gioco che non sono parsi chiarissimi neanche a voler ascoltare le parole di chi ha preso una decisione così drastica. "Andrea nella sua testa è convinto di portare qualità e applicazione, fare quello che faceva da calciatore. Vuole proporre un gioco di un certo tipo, europeo", ha dichiarato infatti Fabio Paratici, presumibilmente l’uomo che ha dato l’ok definitivo alla scelta che infiammato un altrimenti anonimo weekend di inizio agosto. Sicuramente questi concetti verranno esplorati con maggiore chiarezza più avanti, sia dal nuovo tecnico bianconero che dai vertici della società che ha messo in bacheca gli ultimi nove campionati, e scusate se è poco.

Non v’è dubbio alcuno, invece, sullo stupore destato dalla rivoluzione bianconera. Sono bastate poche ore per quella che sembra, a tutti gli effetti, un’inversione a U. La scelta di rinnegare il cambio di rotta sarriano pur con un altro tricolore in bacheca, per quanto rinforzata dalla pressoché totale assenza in campo dei principi di gioco cari al tecnico ex Chelsea e Napoli, che negli ultimi mesi è parso quasi interamente aggrappato alle lune di un ispiratissimo Dybala e di un letale Cristiano Ronaldo, ha sorpreso meno di quanto abbia fatto il nome dell’erede.

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