Calcio, fascismo e Resistenza: tre storie per la Liberazione

Le vicende di Vittorio Staccione, Ferdinando Valletti e Dino Fiorini, calciatori con percorsi eccezionali e differenti, ritornano prepotentemente alla memoria per il 25 aprile

  • A
  • A
  • A

Torino, Milan e Bologna. Tre realtà calcistiche molto diverse tra loro nel periodo che va dagli anni Trenta ai primi anni Quaranta. Il Bologna domina, il Torino si appresta a farlo, il Milan arranca nelle retrovie. Caratterizzato dal fascismo e dalla Seconda guerra mondiale, questo tempo ha visto protagonista diversi giocatori, in campo come fuori. Calciatori dalle storie eccezionali che ritornano prepotentemente alla memoria per il 25 aprile. Sportivi che hanno storie diverse come le loro scelte. Sono le vite di  Vittorio Staccione, Ferdinando Valletti e Dino Fiorini.

Vittorio Staccione

Manca poco meno di un mese e mezzo alla fine della guerra, il 16 marzo 1945. È il giorno che Vittorio Staccione ha smesso di combattere. Battuto dalla setticemia e dalla cancrena. Sfinito dalla fame, dal freddo, dalle sofferenze e dalle violenze nel campo di concentramento di Gusen, sottocampo di quello principale posto a Mauthausen. Lo avevano deportato esattamente un anno prima, poco giorni prima di compiere 40 anni. Quando li compie (Staccione è della classe 1904) è il 9 aprile. È vittima dello sciopero generale contro la Repubblica Sociale Italiana e la guerra del marzo 1944 ma anche della sua popolarità. Sì, perché Vittorio Staccione lo conoscono in molti. È stato un calciatore tra gli anni Venti e Trenta e a Gusen incrocia anche i suoi colleghi Carlo Castellani e Ferdinando Valletti. All’interno del campo viene anche invitato a giocare alcune partite di calcio.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments