Arjan de Zeeuw, il difensore diventato detective

Il difensore olandese ha tolto la maglia per indossare la divisa

  • A
  • A
  • A

L’ispettore Arjan de Zeeuw sta cercando di convincere il giovane a farsi arrestare, è accusato di decine di furti ad Alkmaar, solo che il ragazzo è nervoso, forse armato, il collega di Arjan è accanto a lui; da anni si occupano di spacciatori e trafficanti di uomini, di caporalato e lavoro a nero, di gente che sgobba nei campi e nelle serre per pochi euro, vengono dalla Bulgaria, dalla Polonia, dal Marocco e quando qualcuno sta male o muore il padrone dice di non saperne niente, lui l’aveva accolto per pietà non certo per farlo lavorare.

L’ispettore detective Arjan de Zeeuw è abituato al contatto fisico, se quel giovane, terrorizzato e nervoso, dovesse attaccarli saprebbe cosa fare, ci è avvezzo da quando giocava a pallone ed era un difensore ruvido, forte, senza timori, pronto alla lotta e allo scontro, amatissimo nel Wigan e nel Portsmouth, beniamino dei tifosi, considerato uno dei migliori della loro storia; al calcio c’era arrivato tardi perché doveva prima laurearsi in medicina poi interruppe la specializzazione per fare il calciatore (ci sarebbero voluti otto anni, troppi) ma dentro rimaneva quel desiderio di non fermarsi al calcio, la vita ridotta al solo rettangolo gli pareva soffocante.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments