IL PROBLEMA

Nazionale, Chiesa e Barella smarriti: in Azzurro come in Serie A

Due perni dell'Italia di Mancini sono stati i peggiori in Armenia: colpa dei problemi con i rispettivi club

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A settembre l'Italia non è mai stata bella: lo dice la storia. La Serie A parte in ritardo rispetto agli altri campionati e la condizione fisica deficitaria penalizza inevitabilmente il gioco: per fortuna in Armenia sono arrivati i tre punti che avvicinano gli Azzurri a Euro 2020, ma aspettando di rivedere il calcio scintillante dell'era Mancini, ci sono un paio di problemi che in prospettiva possono risultare preoccupanti. E hanno due nomi: Federico Chiesa e Nicolò Barella.

Chiesa, beccato anche da Commisso per lo scarso apporto in zona gol nelle prime due gare con la Fiorentina, è apparso stranamente abulico in Nazionale: di solito ha l'argento vivo addosso e trascina con il suo entusiasmo contagioso, giovedì sera ha fatto infuriare Mancini al punto da costringerlo a sostituirlo con Lorenzo Pellegrini, tutt'altro tipo di giocatore. Tranne clamorosi colpi di scena a gennaio, a Euro 2020 arriverà da "viola": il punto è capire se la permanenza in qualche modo forzata non l'abbia intristito troppo.

Getty Images

Barella ha cominciato la stagione da riserva all'Inter: prima che arrivasse Lukaku, ha avuto per qualche settimana l'onore di acquisto record della storia nerazzurra, ma al momento è dietro Vecino, Brozovic e Sensi nelle gerarchie di Conte, che lo vede ancora un po' troppo "anarchico". Mancini, che l'ha promosso titolare sin dai tempi di Cagliari insieme a Jorginho e Verratti, lo preferisce a Sensi, ma in Armenia ha avuto risposte negative. La speranza è che con l'inizio della Champions, il centrocampista abbia più spazio nell'Inter e di conseguenza possa tornare un perno anche in Nazionale. Perché lui e Chiesa sono state le novità più belle proposte dal nuovo c.t. e un patrimonio così non va disperso. 

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