Un anno fa l’argentino giocava le sue ultime partite in nerazzurro, poi la rivoluzione: adesso il numero 9 è saldamente sulle spalle di Lukaku, e il futuro dell’Inter può ancora cambiare
Un anno fa, di questi tempi, teneva banco sui principali media sportivi la telenovela fra Mauro Icardi e l’Inter: fino a poco prima ne era capitano e bomber indiscusso, poi la questione rinnovo e la scelta di metterlo fuori rosa fino alla fine di marzo. Ad aprile il ritorno (subito gol contro il Genoa) e l’illusione del riavvicinamento, anche grazie alle parole incoraggianti di Spalletti. Poi la rivoluzione, con l’arrivo di Conte in panchina, l’addio di Maurito in direzione Parigi (in prestito con diritto di riscatto) e l’eredità di centravanti titolare raccolta da Lukaku, unica certezza di un futuro ancora tutto da scrivere.
L’impressione, infatti, è che molto sia destinato a cambiare ancora in casa nerazzurra, soprattutto per quel che riguarda l’attacco. Anzitutto è assai improbabile che Icardi rientri dal prestito tornando a vestire la maglia nerazzurra. Il rapporto con la società non suggerisce cambi di tendenza e Antonio Conte non ha mai fatto mistero, già la scorsa estate, di non volere l’ex capitano in rosa. Che venga riscattato dal Paris Saint-Germain o che torni momentaneamente all’Inter semplicemente per essere ceduto ad un’altra squadra, non sembra esserci alcuna possibilità per cui Icardi vada ad intaccare le gerarchie dell’attacco nerazzurro.
L'attacco vede ora, come titolare assoluto e nuovo numero 9 indiscusso, Romelu Lukaku, il centravanti che ha fatto sognare gli interisti fino alla sospensione della stagione di inizio marzo. Per quanto sia importante Lautaro Martinez, è attorno al belga che si sviluppa il gioco offensivo di Conte e della sua Inter. In 35 partite ufficiali in stagione, tra campionato e coppe, il gigante di origine congolese ha giocato 35 volte segnando ben 23 gol. Nella sola Serie A ha messo a segno 17 reti sulle 49 della sua squadra, il 34,7%, con una media realizzativa di un gol ogni 126 minuti. L’intesa fra lui e il suo allenatore, che lo avrebbe voluto già ai tempi del Chelsea, lascia presagire che non ci saranno cambiamenti nel ruolo di centravanti titolare.
L’incognita per il futuro, a questo punto, riguarda il ruolo di seconda punta. Tra infortuni e prestazioni non eccezionali, Alexis Sanchez non ha mai convinto e diversi club di Premier League e Liga spagnola hanno manifestato interesse. Lautaro, che con Lukaku si trova più che bene (16 gol stagionali per ‘El Toro’), è inseguito con grande insistenza dal Barcellona, che vorrebbe regalargli l’esperienza di giocare accanto al connazionale Leo Messi. Ci sarebbe quindi Sebastiano Esposito ma il classe 2002, ancorché promettente, è considerato troppo giovane per un ruolo così pesante e probabilmente verrà mandato a farsi le ossa in prestito nella prossima stagione.
Chi potrebbe arrivare, allora? Molto si è detto di Olivier Giroud, che Conte ha allenato al Chelsea ed è capace di giostrare su tutto il fronte offensivo, sia come spalla di Lukaku sia come sostituto del belga in partite in cui sarà necessario fargli riprendere un po’ di fiato. Il fallimento della trattativa di gennaio, però, è una crepa su cui la dirigenza nerazzurra deve lavorare intensamente se vorrà convincere il campione del mondo 2018 a trasferirsi a Milano. Tra gli altri candidati si è parlato anche di Pierre-Emerick Aubameyang, il cui contratto con l’Arsenal scade nel 2021, di Anthony Martial del Manchester United e di Luka Jovic, mai realmente ambientatosi al Real Madrid, oltre che del sogno Timo Werner e del giovane del Lille Osimhen.
Le prospettive economiche non incoraggianti per i prossimi mesi, però, potrebbero cambiare in modo determinante e inaspettato gli scenari futuri, regalando sorprese al momento impossibili da pronosticare. Le uniche certezze dell’attacco nerazzurro restano la presenza di Lukaku, gli schemi di Antonio Conte e l’assenza dal progetto di Icardi. Per quel che riguarda l’argentino è noto l’interesse della Juventus, ma anche qui ci saranno importanti fattori economici da valutare. Nel caso la trattativa dovesse andare in porto, però, andrebbe in scena un derby d’Italia clamoroso, con un ex simbolo bianconero sulla panchina dell’Inter e, allo stesso tempo, un ex capitano nerazzurro a guidare l'attacco della Juventus.