FORMULA UNO

Pista nuova, tanti incidenti: il GP della Toscana ha messo a dura prova gli "strateghi" delle squadre

Il responsabile della strategia Ferrari ci spiega la gestione del millesimo GP delle Rosse, ricco di colpi di scena e su un tracciato inedito.

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Lo svolgimento a tratti caotico del Gran Premio della Toscana ha creato più di un grattacapo ai responsabili della strategia dei team di Formula Uno. Inaki Rueda, che ricopre questo  ruolo per la Ferrari, ci spiega come il "ponte di comando" del Cavallino Rampante ha gestito - praticamente giro per giro - la gara di Charles Leclerc e Sebastian Vettel, chiusa dai due ferraristi nella parte bassa della top ten finale.,

"Su una pista nuova ci sono tante incognite in più perché mancano i riferimenti: non soltanto relativamente all’assetto ma anche a fattori come il tempo perso per un pit stop, la possibilità di sorpassare e, soprattutto il degrado degli pneumatici. Per quanto riguarda i sorpassi, uno degli elementi molto difficili da simulare, la FIA si era detta disponibile eventualmente ad estendere la zona di utilizzo del DRS, ma dopo le prove del venerdì si è visto che la conformazione del circuito in realtà offriva delle possibilità, sia per il degrado delle gomme anteriori - che poteva portare i piloti in difficoltà ad uscire più lenti dalle ultime curve veloci - sia per la possibilità di avere alla prima curva più di una buona traiettoria”. 

“Alla vigilia pensavamo che fosse possibile fare una sola sosta, partendo con le Medium e chiudendo con le Hard ma con un rettilineo di partenza così lungo il rischio di perdere posizioni al via era comunque molto alto. Quindi il piano era, una volta scelte le Soft, provare di arrivare al giro 25 per poi passare alle Medium e, se fosse stato necessario anticipare prima del giro 20, passare alla doppia sosta. Charles era terzo ma la prima bandiera rossa ci ha posto di fronte a un’alternativa: passare alle Hard e provare ad arrivare in fondo, risparmiando potenzialmente i ventidue secondi del pit stop (il regolamento impone di usare almeno due tipi di gomme da asciutto, non di dover effettuare una sosta), oppure puntare subito sulla doppia sosta, optando in tal caso per restare sulla mescola più morbida. Provare la sosta unica poneva una duplice incognita: quanto potevamo contare su una gomma prestazionale alla fine della gara e quanto sarebbe stato penalizzante partire da fermi con le Hard. Considerato tutto ciò, abbiamo quindi deciso di ripartire con le Soft per fare un’ulteriore sosta per passare alle Medium. Charles è riuscito a tenere la terza posizione fino al giro 17 ma da lì in avanti ha accusato un degrado sempre crescente, perdendo posizioni tanto che al giro 21 è rientrato ai box per passare alle Hard. Speravamo comunque di arrivare fino in fondo e, eventualmente, di riguadagnare qualche posizione.”

E la gara di Sebastian?

“Vettel invece, coinvolto nell’incidente del primo giro alla curva 2 - dove aveva perso l’ala anteriore - è tornato subito ai box per montare un set di Medium. Per la prima ripartenza abbiamo optato per le Soft, per poi passare alle Hard al giro 18, seguendo la stessa sequenza di Charles. Poi c’è stata una nuova interruzione è tutto si è azzerato”. 

“Nell'ultima fase del GP non aveva senso inventarsi niente con appena 13 giri da percorrere. Purtroppo, a complicarci la vita, siamo dovuti partire dal lato sporco della pista. Con tanti passaggi sulla traiettoria ideale, ai suoi lati si erano accumulati tanti residui di pneumatici (in inglese ‘marbles’), che hanno reso lo scatto da fermo meno efficace, tanto che entrambi i nostri piloti sono stati superati da Romain Grosjean e Kimi Raikkonen, che fra l’altro avevano avuto la possibilità di riscaldare meglio le gomme visto che erano tornati pista prima degli altri per sdoppiarsi. Alla fine siamo almeno riusciti a portare entrambi i piloti in zona punti ma è chiaro che il livello della prestazione in gara non è stato accettabile".  

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