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Raffreddare il super vulcano di Yellowstone per produrre energia

L’ambizioso progetto della NASA per evitare l’esplosione del vulcano e produrre energia pulita

La caldera del Parco Nazionale di Yellowstone è uno dei venti super vulcani che minaccia l’umanità: se eruttasse, infatti, l’enorme nube di cenere proiettata dall’esplosione potrebbe bloccare i raggi del Sole per moltissimi anni facendo così crollare le temperature e fermando anche i processi di fotosintesi clorofilliana delle piante. Gli studiosi della NASA per prevenire l’eruzione distruttiva del vulcano e produrre allo stesso tempo energia pulita hanno così presentato un ambizioso progetto: secondo gli scienziati il modo migliore per evitare il rischio di esplosione è di raffreddare l’immensa camera magmatica del vulcano.

Per fare questo, il piano dell’agenzia aerospaziale americana prevede di scavare un foro di 10 km all’interno del vulcano e di pompare acqua fredda ad alta pressione, farla circolare nella camera magmatica e infine estrarla di nuovo. In questo modo l’acqua raggiungerebbe una temperatura di 350°C e potrebbe essere utilizzata per alimentare un impianto geotermico perpetuo e a basso costo costruito in loco, con un’energia potenziale stimata di circa 4 GW elettrici e che a regime potrebbe produrre energia pulitissima per migliaia di anni al costo di soli 10 centesimi di dollaro al kWh.

Un piano ambizioso che però oltre agli elevatissimi costi di lavorazione e di realizzazione, stimati intorno ai 3,46 miliardi di dollari, deve tenere ben in considerazione gli eventuali errori che potrebbero provocare proprio quello che si cerca in ogni modo di evitare, l’eruzione del super vulcano. Un pericolo di certo da non sottovalutare.