James Rodriguez: la scommessa di Ancelotti, i forti dubbi di De Laurentiis

Il presidente è pronto ad accontentare il suo allenatore sul mercato, ma...

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Alla fine ogni tassello è tornato al proprio posto ed i potenti rumore di mercato si sono esauriti come la scia di un bengala. James Rodriguez, Lozano e Manolas, piacciono tutti al Napoli ed il Napoli sta sondando il terreno per capire se esistono margini di agibilità per arrivare ad uno di loro. Uno e non di più, perché De Laurentiis nell'intervista a Radio Kiss Kiss è stato fin troppo esplicito. Sono calciatori che il Napoli non potrebbe prendere, perché costano troppo, perché guadagnano troppo o perché sono troppo avanti negli anni. Però si farà il possibile per riuscirci, a cominciare da James Rodriguez, il pupillo che Ancelotti aveva avuto con sé anche nelle esperienze al Real Madrid ed al Bayern Monaco.

Se insiste così tanto, bisognerà provare a soddisfarlo, anche se De Laurentiis avrebbe mirato altrove e oggi prova ad assecondare il coach, che aveva fortemente voluto, tappandosi il naso e le orecchie. “Dobbiamo responsabilizzare l'allenatore” ha detto il presidente, facendo capire a tutti che lui se ne assumerà tutte le conseguenze, nel bene e nel male. Perché per De Laurentiis sarebbe stato preferibile puntare ad un altro attaccante, una punta vera che migliorasse il Napoli lì dove era venuto meno nella passata stagione, cioè in quelle partite in cui sarebbe servita un po' di esperienza, un po' di freddezza per segnare un gol decisivo. Ma bisogna fidarsi di Ancelotti, proprio perché si chiama Ancelotti e sa come attrezzare il Napoli nella stagione in cui, mai come stavolta da otto anni a questa parte, davvero potrebbe approfittare della rivoluzione in casa Juve e dei continui rilanci delle milanesi, per appuntarsi sul petto lo scudetto nel trentennale dall'ultima volta. D'altra parte, De Laurentiis ha voluto Ancelotti proprio per questa ragione, perché se per tre anni di seguito lo scudetto è stato sfiorato con Sarri in panchina, vuoi vedere che un coach così esperto come don Carlo non sarà bravo a cancellare il gap, grazie al lavoro e alla consuetudine ai trionfi?