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Cuore tifoso Napoli: il bel gioco da solo non basta

L'Atalanta insegna: soprattutto in Europa conta fare risultato. E chi sta impressionando a inizio stagione?

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Forse ha ragione Ancelotti: si sta un po’ esagerando su queste valutazioni eccessivamente critiche in merito alla qualità del gioco del Napoli. Ma in Italia chi sta facendo spellare le mani alla gente? Nessuno. Nemmeno il comandante Sarri, che necessita di tempo per dare alla Juventus quel gioco spumeggiante che costruì a Napoli e “chissà se mai lo vedrete” disse qualche tempo fa. Conta vincere, lo ha dimostrato la stessa Juventus ieri sera, nel cinismo che la caratterizza, pronta a colpire (quasi) tutte le volte che il Bayer le offriva una opportunità. Cosa che non è capitata all’Atalanta, sprovvista di quella abitudine ad affrontare il palcoscenico europeo.

Getty Images

Se contro una formazione esperta come lo Shakhtar non approfitti di un rigore (sbagliato), di un palo e di un gol di vantaggio, facendoti beffare a pochi istanti dal termine per una chiusura difettosa in difesa, vuol dire che il bel gioco da solo non basta. Conta vincere, soprattutto in Europa, dove Carlo Ancelotti ha sempre dimostrato di essere un maestro, conquistando (lui come Zidane) tre Champions seduto su di una panchina. E alla guida del Napoli pare abbia intrapreso una strada che rispecchia per intero la tradizione della sua storia di allenatore.

Un anno fa, stava buttando fuori dai gironi quelli che poi sono diventi i campioni d’Europa, il Liverpool. E gli stessi Reds hanno assaggiato l’amaro calice della sconfitta all’esordio da re d’Europa, perdendo seccamente al San Paolo nella prima giornata di questa edizione. Stasera il Napoli a Genk, contro i campioni di Belgio che hanno perso malamente (6-2) a Salisburgo, ha la grande chance di restare in vetta alla graduatoria del gruppo e di staccare gli stessi austriaci che (si presume), potrebbero avere delle difficoltà a fare punti ad Anfield.

Salire a quota 6 in graduatoria, con la prospettiva di affrontare tra 15 giorni il Salisburgo al San Paolo, potrebbe dare la sensazione che un mezzo piede sia già stato messo agli ottavi di finale di Champions League. Ma pensare troppo più in là sarebbe l’errore più grave, puerile, per una formazione solida ed un allenatore che sembra avere un solo problema, quello delle scelte. Lozano o Milik, oppure Mertens e Llorente in attacco? Oppure Llorente e Mertens che hanno dimostrato di essere a giusta ragione la coppia perfetta per la prima linea partenopea? Al Genk l’ardua sentenza.

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