Quel Milan tipo Atalanta che aiuterebbe gli atalantini

Sarebbe un delitto mollare Caldara e Conti senza verifica, senza manco lo straccio di un giudizio di primo grado

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Nonostante Giorgetti e quella sua pervicace volontà di agitare ancora le acque ormai stagnanti di Milan-Lazio, si torna finalmente a parlare di calcio giocato, magari un bel po' più importante. Sei partite, 18 punti sul piatto e una volata durissima, difficile che il Milan comincia in vantaggio di una ruota sulle altre pretendenti Champions e da una partita, quella di Parma, che si può prendere coi polmoni più liberi, si può cominciare con l'abbrivio di una partita finalmente vinta, che ha sgorgato qualche testa e ha indicato in quella di Rino Gattuso una strada tattica alternativa. Tutti sono stati positivamente colpiti dalla sterzata di sabato scorso, quella difesa a tre e quei due – Suso e Calhanoglu – liberi di appoggiare da dentro il campo l'attaccante centrale (che ha disperatamente bisogno di rifiniture buone e costanti) e pronti a sostenere il centrocampo.

Il Milan riavrà subito Romagnoli e Calabria e, salvo sconquassi dell'ultima ora, riproporrà il consueto 4-3-3 con Castillejo o Borini al lato di Piątek. Rino non è tipo da rivoluzioni, e il piano B così ben attuato con la Lazio rimane un piano B. Certo che la suggestione del nuovo schema rimane, anche perché potrebbe essere la chiave per recuperare completamente (e conseguentemente valutare) giocatori rimasti ai margini per motivi fisici e anche tattici: col 3-4-2-1 è un Milan stile Atalanta col quale si potrebbero buttare dentro proprio gli “atalantini" Caldara e Conti, che sarebbe un delitto mollare senza verifica, senza manco lo straccio di un giudizio di primo grado. Non possono essere due nulli, mai nella vita. A Bergamo Caldara era il perno della retroguardia, Conti, grazie alla sua fantastica capacità di corsa, una vera e propria ala di appoggio letale nel concludere e suggerire: tanto, alle sue spalle, c'era chi lo copriva. Fare ripartire i due ragazzi da un metodo di gioco conosciuto, da una certezza, potrebbe aiutare molto a recuperarli alla causa: e a naso, anche in mezzo (Bakayoko a Monaco era perfetto in una linea di soli due mediani) e davanti – con Paquetà meno gravato da compiti di contenimento – ci sono le tessere giuste per completare il puzzle. Ma per ora, almeno al fischio d'inizio, la scatola rimarrà chiusa e il Milan sarà il solito. Squadra che vince non si cambia, right? Però sabato scorso ha vinto un team differente, che ha lasciato negli occhi un'immagine positiva. Si può solo sperare che Rino abbia lasciato un post-it da qualche parte nella sua testa.