Nove maledetti punti: con le unghie e con i denti

Difficile aspettarsi calcio champagne, ora conta solamente vincere: la Champions è lì, ad un passo

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Scrivo questo pezzo con ancora negli occhi le due splendide e spettacolari semifinali di Champions. Dalle giocate incredibili di Messi ai ritmi asfissianti e le ripartenze del Liverpool, dal giro palla quasi da "futsal" e occupazione dello spazio dell'Ajax al carisma del Tottenham made in Pochettino. Splendido. Emozioni che riconciliano con il calcio da un lato e fanno vivere un filo di malinconia dall'altro. Già, perché la famosa musichetta non può non rievocare in ogni milanista grandi e meravigliose emozioni di notti europee. Proprio per questo la squadra di Gattuso deve continuare a lottare; la Champions è lì, a soli 3 punti. Contro il Bologna non è stato un bel Milan, ma ritengo sia necessario soffermasi su un aspetto in particolare: la squadra che lotta con le unghie e con i denti per evitare il pareggio. Certo, parliamo di una sfida che i tifosi rossoneri si aspetterebbero di vincere in scioltezza, ma visti i tempi che corrono e le ultime difficoltà è già un successo dar segni di vita. La squadra è stanca ma è ancora viva e lo ha dimostrato. Nonostante le polemiche, la mancanza di risultati dell'ultimo periodo, il futuro di Rino, il toto-allenatore, le polemiche sulle notti milanesi, le liti ed il caso Bakayoko, il cuore di questo gruppo batte ancora.

Domani altra tappa da dentro-fuori: si va a Firenze contro l'ex Montella, che sogna lo sgambetto un po' perchè la sua avventura in viola sta prendendo già una brutta piega e un po' perchè l'idea del dispettuccio non dispiace così tanto. Gattuso però sa bene che non sono permessi passi falsi, ora non più: resto convinto che l'Atalanta qualcosa si perderà per strada, non le vincerà tutte, ma il Milan deve strappare questi maledetti 9 punti con le unghie e con i denti. La squalifica di Paquetà si farà sentire, meno qualità, meno verticalizzazioni, ma non è più il momento di trovare scuse o alibi, lo sanno bene Leo e Maldini e lo sa bene il mister. Rino che nel post Milan Bologna ha ringhiato in conferenza stampa e ha detto "basta", ed è tornato quel Gattuso che vogliono vedere i tifosi. La squadra - come vado predicando - è specchio del suo allenatore e quindi ben vengano rabbia e convinzione.

Per il futuro ci vuole ancora un Pochettino di pazienza, tra un sogno Conte e un Gasp, finito il campionato avremo le idee più chiare. Ora conta solo la Champions, vincere a Firenze per continuare a tener viva la speranza, se dovesse servire ben venga anche Bakayoko (solo ed esclusivamente se il gruppo ha accettato realmente le sue scuse), ma l'obiettivo finale è troppo importante. Il Milan deve ritornare in Champions, per tornare a ricostruire una squadra degna di quella che è sempre stata la sua casa: l'Europa.