Cuore tifoso Milan: parola d'ordine equilibrio

Società, allenatore, tifosi: serve calma e sangue freddo per tutti

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L'equilibrio. Difficile da raggiungere, ancor di più da mantenere. Soprattutto quando alla prima di campionato, con tante aspettative, la tua squadra si presenta in campo molle, remissiva e confusa e cade contro una Udinese tutt'altro che insuperabile. Eppure, non è possibile passare costantemente da un estremo all'altro, è il momento di trovare equilibrio, in tutto e tutti. Dalla proprietà all'allenatore, passando per i tifosi.

Proprietà. L'equilibrio per proprietà e società è quello da trovare tra esigenze di bilancio, rispetto del FFP e risultati sportivi. Il presidente Scaroni ha più volte battuto sul tasto delle difficoltà nello scalare due montagne, quella economica e quella legata agli obiettivi di campo. Il mio timore è che si sia creato il falso mito del fondo che tutto può, di nulla si preoccupa e che crea e distrugge a piacimento. Bene, ora che avete sognato, sappiate che non è esattamente così. Il fondo Elliott è certamente uno dei fondi più importanti al mondo, che ha un gran potere e di enorme solidità. Chi ci ha avuto a che fare conferma la presenza nel fondo di manager di spessore e altissimo standing, che quando affrontano un progetto lo fanno con una visione futura e senza lasciare nulla al caso. Erano previste sicuramente delle difficoltà, far quadrare bilanci, taglio monte ingaggi, paletti Uefa e situazione FFP con l'esigenze di squadra e obiettivi sportivi, è tutt'altro che cosa semplice. Ed è proprio qui che bisogna trovare l'equilibrio, essere bravi e sbagliare il meno possibile. E' stato scelto un allenatore preparato, il progetto sportivo è stato dato in mano a persone di spessore come Boban e Maldini (oltre a Massara), l'amministrazione ad uno dei top manager del mondo del calcio, Ivan Gazidis. Insomma, non proprio i primi arrivati. La panchina è stata affidata ad un allenatore indubbiamente preparato come Giampaolo, che però va aiutato, difeso e assecondato. Lo avevamo detto da tempo, Giampaolo va tutelato e bisogna dargli tempo per iniettare nella squadra il suo pensiero calcistico. Nel mentre la proprietà (e la società) lavora(no) a 360 gradi, portando avanti anche il progetto stadio (che sta effettivamente proseguendo...ne parleremo prossimamente), oltre a nuove sponsorizzazioni.

Allenatore. La squadra vista a Udine è stata un piccolo disastro. E anche qui c'è stata una totale mancanza di equilibrio tattico, reparti distanti, errate coperture degli spazi, distanze incolmabili tra i giocatori, uscite palla sbagliate e via dicendo. Sarebbe stato meglio, come ha detto il saggio Emanuele Bottoni su Radio Rossonera, perdere anche con un maggior scarto ma provando veramente a giocare e sviluppare le idee di Giampaolo. Così non è stato. Ora al mister tocca un arduo compito, quello di trovare un equilibrio in due aspetti: campo e dichiarazioni. Le frasi post Udine hanno confuso le idee a tifosi e addetti ai lavori, sicuramente il mister non si è accorto alla prima giornata di avere difficoltà con gli attuali uomini a sviluppare un determinato modulo offensivo, più che altro credo che abbiano avuto conferma i dubbi che già covava. Le difficoltà di Suso a muoversi dietro le due punte da trequartista e le caratteristiche di Piatek che non sono quelle della prima punta "giampaoliana". Anche perché, cercando di essere il più chiari possibile, non credo il problema sia quello di dover giocare unica punta, perché Piatek ha fatto valanghe di gol sia come attaccante centrale nel Milan di Gattuso, sia in coppia con Kouamé con la maglia del Genoa. È semplicemente una questione di movimenti, tipologia di gioco e automatismi. Il mister deve trovare coraggio e razionalità anche nelle scelte degli uomini, perché se è vero che lo abbiamo difeso per il voler dar spazio a chi aveva meglio appreso determinati automatismi, non possiamo negare che la scelta di tenere fuori tutti i nuovi ci abbia comunque sorpreso. L'ingresso di Bennacer è stato incoraggiante ad esempio (grande personalità quando nemmeno entrato in campo, ha chiamato il pallone per farselo dare e iniziare a giocare lui), la voglia di Rafael Leao anche. Insomma mister, senza paura. Coraggio ed equilibrio nelle scelte, il resto deve farlo la società, proteggendolo in ogni occasione.

Tifosi. Assolutamente comprensibile lo smarrimento e la preoccupazione, l'ho detto più volte in radio o parlando con i supporters rossoneri, forse esagerata la rabbia sfociata in insulti beceri. Non è una situazione facile e la pazienza, di anno in anno, si esaurisce sempre più in fretta, ma bocciare tutto dopo una sola partita, seppur giocata male, mi sembra esagerato e sicuramente squilibrato. Dopo un solo match è già partita la caccia al colpevole, dito puntato contro i soliti, da Suso a Calhanoglu, passando per i difensori e aggiungendoci Piatek. Magari senza rendersi conto che nella sfida della Dacia Arena non ha funzionato nulla, non nei singoli ma nel complesso di squadra. Non sono nessuno per potermi permettere di dire ai tifosi cosa fare, ma forse un maggior equilibrio di giudizio potrebbe aiutare. Ho sentito tantissimi rossoneri dire "diamo tempo a Giampaolo", "meno male che ci sono Boban e Maldini", "finalmente abbiamo una proprietà seria", salvo cambiare idea e parere alla prima difficoltà. So che sembra di ripetere le stesse cose tutti gli anni, ma massacrando tutti dopo una sola partita, si rischia di creare un sistema deleterio dal quale diventa poi complicato uscirne. La squadra è la prima ad essere arrabbiata, c'è voglia di fare bene, forse è il caso quantomeno di sospendere i giudizi e riaggiornarci tra un mesetto. Se ancora le cose non andranno, la delusione dei tifosi sarà sicuramente maggiormente giustificata.

Mercato. Anche qui forse sarebbe servito maggior equilibrio, ma ci riserviamo di giudicare il 2 settembre, a mercato chiuso. Per ora mi limito a sottolineare a chi ha poca memoria che sono state seguite le linee guida esposte da Ivan Gazidis alla sua intervista in gazzetta: "Top Player? No, puntiamo sui giovani con la maglia del Milan..." . I tifosi hanno sempre chiesto chiarezza, quando viene data non si può mettere in dubbio perché è una verità che non piace. Il mercato comunque dovrebbe riservare ancora qualche novità: gli agenti di Laxalt nel pomeriggio saranno a Casa Milan per definire con la dirigenza rossonera il possibilissimo passaggio al Torino in prestito oneroso con diritto di riscatto. Non è l'unico a poter lasciare, Mendes continua a lavorare per cercare di trovare una sistemazione ad André Silva e da valutare anche la situazione legata a Pepe Reina, sul quale ci potrebbe essere il Real. Quel Real con il quale il Milan ha tenuto un filo diretto, chiedendo informazioni su alcuni giocatori, vedremo se si svilupperà qualcosa nei prossimi giorni. Sempre su Madrid, resta vivissima la pista Correa: i contatti tra Milan, agente e Atletico sono quasi all'ordine del giorno. Altrimenti, i rossoneri studiano un'eventuale piano B (difficile Everton, considerato che il Gremio chiede 40mln per la parte di cartellino in suo possesso, il 50%, il restante è per il 30% di Gilmar Veloz, per il 10% del Fortalez e per l'altro 10% di Celso Rigo, imprenditore), ma la preferenza è sempre per Angel Correa.

Mercato chiuso quindi direi proprio di no, le uscite dovranno aiutare a dare l'ultimo colpo di reni. Poi toccherà ai ragazzi, al mister, alla società e ai tifosi. Tutti uniti, ancora una volta.

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