OGGI CON BALZANO PROTA

Cuore tifoso Milan: K.O. Tecnico nel Derby. È ora di reagire

Dopo il preoccupante K.o. tecnico nel derby, è già il momento di determinate considerazioni. Si perde e si vince insieme, senza singoli colpevoli. C'è ancora il tempo per raddrizzare le cose, ma il rischio è che i bonus finiscano presto.

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Diciamolo subito, il derby di sabato si è concluso con k.o. tecnico dei rossoneri. Una sconfitta su tutta la linea, dalle occasioni all'idea di gioco, dalla parte tattica all'identità di squadra, dalla forza fisica e atletica fino a quella mentale. Quella orribile sensazione di impotenza, di non essere mai in grado realmente di mettere in difficoltà l'Inter. Come sempre succede in questi casi, parte la caccia al colpevole. Tastiera in mano e via a sparare fiumi di parole su chiunque. In questi giorni ho scoperto che Giampaolo è un'incapace, che l'unico problema dei rossoneri si chiama Jesus Suso e che senza di lui saremmo ad un passo dallo scudetto, che il calcio è fatto di fotogrammi, che Boban è bravo solo a parlare e via dicendo. No, perdonatemi. Chiedo venia, ma non è il mio modus operandi. Il calcio necessita di tanta, tantissima razionalità, ancor prima che l'impeto e l'emozione del momento che spesso altera i giudizi.

A scanso di equivoci ho voluto aprire questo pezzo ammettendo candidamente che la sconfitta nel derby è stata su tutta la linea, in Radio ho detto e ripetuto che - a differenza di altre volte - sono molto preoccupato e che - post derby - non saprei esattamente nemmeno da dove ripartire. Lungi da me dire che va tutto bene, anzi. Ritengo però prima di tutto che il tiro al bersaglio in generale e ancor di più verso il singolo sia inutile e poco costruttivo. Sin da bambino da quando ho iniziato la mia mediocre carriera da calciatore ho imparato come prima cosa che in una squadra si perde e si vince insieme, quando le cose vanno bene o male si è un gruppo, allenatore compreso. E ci metto dentro anche società e proprietà. In più i problemi non vanno vomitati senza filo logico, ma vanno semmai analizzati, compresi e poi affrontati per poterli risolvere.

PROPRIETÀ
Sarebbe bello per una volta sentir parlare qualcuno della famiglia Singer, del resto seppur con il fondo di loro proprietà, ma il Milan è cosa loro. Sappiamo benissimo che sono riservati e che il "parlare" pubblicamente non fa parte del loro modus operandi, ma già a suo tempo, con altre proprietà ho giustificato il "non parlare", salvo poi pentirmene amaramente. Non sarebbe male, giusto due parole per dare un segnale, ma capisco che al momento le attenzioni e le priorità siano rivolte al tema stadio, molto caro, tanto da portare il giovane Godon più volte dalle parti di Milano. E' una proprietà solida, anzi, solidissima, questo è fondamentale e per ora i tifosi se lo fanno bastare. Per ora.

SOCIETÀ
Paolo Maldini e Zvonimir Boban hanno fatto delle scelte, giuste o sbagliate che siano è necessario portarle avanti e difenderle. Probabilmente qualcosa sul mercato non è andato per il verso giusto, ma non è nemmeno corretto bocciare tutto - come fanno in molti - dopo sole 4 partite. Serve razionalità, lo dico sempre: un progetto non si costruisce in pochi giorni, ma si va step by step. Quindi avanti Paolo, avanti Zorro, senza paura. Metteteci la faccia, parlate anche in un momento difficoltà, aiuterà una squadra giovane a trovare coraggio e ad avere non una ma due guide. I tifosi milanisti hanno affidato a voi le loro speranze, so che non le deluderete.

ALLENATORE
La sensazione è di un Giampaolo che cerchi di accontentare un po' tutti, senza prendere decisioni nette. Andare avanti per le sue idee con il trequartista, ma non voler snaturare Suso (salvo poi dire che può benissimo agire in quel ruolo). Cercare la "sua" prima punta in Piatek chiedendogli determinati movimenti, ma finire a passare ad un 4-3-3 per rimetterlo nella zona di comfort. In più le scelte che ai più appaiono improvvisate, da Andre Silva a Rafael Leao buttato allo sbaraglio nel derby, per concludere con l'incaponirsi sull'utilizzo di determinati giocatori, nonostante siano in questo momento fuori forma (vedi Biglia). Ci si aspettava tutt'altro al suo arrivo, ma è ancora in tempo per aggiustare la rotta. Il calcio lo conosce e molto meglio di tutti noi che ne scriviamo e parliamo, ora deve sgomberare la mente e fare delle scelte. Battezzare i suoi uomini e la sua idea di gioco, lavorare sull'identità tattica della squadra e tapparsi le orecchie. Rischiare di sbagliare? sì, possibile, ma nel caso meglio farlo con le proprie idee. Sempre.
In più forse è arrivato il momento di togliere ogni alibi alla squadra e di metterla davanti alle proprie responsabilità.

SQUADRA
Già, le responsabilità. Quelle che, tranne l'unico top player in rosa con il 99, nessuno si assume. Forse il tempo delle scuse è finito, dell'essere troppo giovani, della mancanza di esperienza e via dicendo. Lautaro Martinez, non proprio un veterano, al derby dopo una quindicina di minuti ha rifilato un calcione a Musacchio: "benvenuto alla stracittadina, con noi funziona così".
Il Milan ha rifilato il primo calcio intorno al minuto 80, quando Ante Rebic stufo probabilmente della situazione, ha rifilato un pestone a Godin. "Con me il Derby funziona così". Non fraintendetemi, prima che mi accusino di invitare ad atti di violenza intendo semplicemente che in campo - tanto più in un derby - non si va scanzonati, ma con il sangue negli occhi. Quando si perde con l'Inter, non si fanno i sorrisini, si abbassa la testa e non si dorme la notte. Il tempo delle scuse è finito, a Milano sabato sono arrivati Milan club da ogni parte del mondo. I ragazzi di Malta guidati da Danielo  quelli di Milanistra, il Milan Club Albania che dopo aver speso quasi 4000mila euro, ha comunicato sui social che ora si prenderanno una pausa e via dicendo.
Parliamo di gente che fa sacrifici, per supportare la squadra, il minimo è che la squadra faccia gli stessi sacrifici per onorare quei due colori che ormai - nel mondo - luccicano solo grazie ai ricordi. E non va bene. E' ora di reagire, siamo ancora in tempo. Ma facciamolo, fatelo per davvero. In campo. Non sui social.
Il Milan è il Milan, sempre e comunque. Nessuno lo dimentichi.

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