CUORE TIFOSO JUVE

La festa scudetto della Juve ci ha aperto gli occhi

Non è il momento di pensare in negativo... c'è la Champions

  • A
  • A
  • A

No, non è il giorno per cadere nel trappolone circa il futuro di Maurizio Sarri. Non è ancora il giorno per tuffarsi dentro il sadico gioco di immaginare cosa ne sarà di questa stagione dopo Juve-Lione, che vada in un modo o vada all’opposto. E’ ancora il giorno della festa, tanto più che nella notte ci ha messo in qualche modo il carico Antonio Conte, che da capoarmata nerazzurra aveva dato da subito un senso e un’urgenza al traguardo del nono scudetto consecutivo della Juventus. L’hanno in qualche modo vinto i dirigenti, è il loro titolo e sono per loro i titoli riservati dalle parole di Andrea Agnelli in occasione della presentazione di Andrea Pirlo, che rientra nei quadri della Vecchia Signora dalla finestra principale per guidare la U23. Una scelta non casuale, quella del presidente. Quasi ad attribuire meno forza del previsto a staff e calciatori. Ma è pur sempre festa - festa mesta, canterebbero i piemontesi Marlene Kuntz - anche se mancano gli applausi, le ovazioni, i cognomi urlati al cielo di Torino. E allora l’attribuzione di Agnelli ci ricorda forse che il peso specifico del dopo-Allegri, del secondo anno di CR7 sotto la Mole e inevitabilmente - sopra a ogni cosa - della gestione a braccio di un evento imprevedibile come lo stop per l’emergenza COVID e ciò che ne è conseguito.
 

Già, è stato un campionato un po’ così. Di quelli che si vincono con 83 punti, soglia che nessuno mai più immaginava dopo il passo imposto dalla stessa Juve nelle martellanti stagioni iniziate insieme allo Stadium nella stagione 2011/12. Di quelli che non ha torto chi afferma che l’Inter fa il suo miglior risultato algebrico delle sue ultime dieci stagioni, l’Atalanta il suo migliore di sempre, la Lazio il migliore degli ultimi 13 anni della sua storia, nonché da avversarie che inanellano una serie di record (individuali e di squadra) collaterali che soltanto il colpo di reni contro la Sampdoria ha reso, appunto, marginali. L’ha vinto una Juve imperfetta che ha saputo contenere le perdite del nuovo contenitore che sta cercando di creare per evitare che il destino sportivo del club possa seguire il destino tecnico di un ciclo senza precedenti, ma che da un pezzo ha iniziato a perdere i pezzi. Per questo, e per altro che interesserà dopo aver conosciuto l’esito della campagna Champions, è stata comunque un’impresa. Impresa senza capitan Chiellini e capitan Buffon, parlando di puro campo. Ma con capitan Bonucci che nei momenti più duri spesso finisce per fare per capro espiatorio della tifoseria. Lo scudetto è loro un po’ di più che di tutti gli altri, persino di Cristiano Ronaldo che è tornato a fare ciò che era comunque a Madrid ultime stagioni: il pallottoliere intorno a cui cercare di far quadrare il cerchio quando il gioco si fa duro. Per il Real spesso si trattava della Champions League, per la Juve si deve trattare del campionato ma è lampante che non basta più.

Quante meteore, però. Ed è da qui che la costruzione della rosa 2020/21 dovrà partire. Pjanic a parte, fermo ai 100 palloni di San Siro a ottobre 2019 e alla cessione al Barcellona, la lista comprende Khedira (che per lo meno si è degnato di presentarsi a Torino per la premiazione), De Sciglio, Rugani, Ramsey, Bernardeschi, in parte Danilo e Rabiot, Higuain nonostante l’affetto e l’amore, infine persino Matuidi che è incappato nella sua peggior stagione in bianconero e probabilmente in carriera da quando esplose a Tolosa. Sono segnali che Paratici saprà cogliere, ponderando caso per caso cosa è più utile fare. Perché comunque prima viene la Juventus che ogni genere di questione di principio. Perché il possibile incredibile decimo consecutivo meriterà una cornice ben diversa - pandemia permettendo e anche stile sabaudo permettendo - tipo una cosa a reti, web, social e satelliti unificati. Per cui sappiamo già che il prossimo sarà per forza di cosa l’anno più appassionante. Come la prossima vittoria sarà per forza la vittoria più difficile. Così come la prossima scelta sarà sempre la più giusta e necessaria. Dalle nostre parti funziona così...

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments