L'Inter si avvicina, San Siro si allontana

Il nuovo che avanza è avvincente ma distruggere San Siro non è accettabile

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L'annuncio di Alessandro Antonello e Paolo Sacroni in riferimento alla volontà di costruire un nuovo stadio, conseguente al successivo abbattimento di San Siro, è il passo ufficioso verso un futuro che personalmente mi fa vacillare. Sono sempre stato un convinto assertore della necessità di uno stadio di proprietà, ho sempre sostenuto quanto fosse indispensabile avere un impianto che vivesse nel corso della settimana, aumentando esponenzialmente i servizi e l'offerta. L'opportunità, a quanto pare c'è, solo se si costruisce un nuovo stadio.

L'idea concreta che ci si allinei al modello degli stadi europei più importanti va più che bene, specie se si riflette sl fatto che Inter e Milan guadagnano dallo stadio, straordinariamente meno di Barcellona e Real Madrid, Manchester United, del Bayern Monaco e persino meno della Juventus che ha una capienza dello stadio pari alla metà di San Siro. Logico perciò pensare di costruire in fretta il nuovo stadio, dopo anni di cincischiamenti e problemi politici. E' però meno comprensibile che Inter e Milan siano gli unici grandi club al mondo a scegliere di proseguire insieme nella condivisione dello stadio.

In tutto il mondo sono stati trovati fondi per costruire da soli, mentre a Milano non è possibile. Gli esperti sostengono inoltre che l'abbattimento sia inevitabile, a causa del costo elevato del Meazza. Mi viene da pensare all'Olympiastadion di Monaco di Baviera, abbandonato dal Bayern nel 2006 per trasferirsi all'Allianz Arena. Il vecchio stadio è però ancora vivo e vegeto, ospita tanti appuntamenti culturali e mantiene bellezza e utilità. Non mi rassegno all'idea che di un progetto che lo salvi.

Tornando all'attualità dell'Inter, la distanza dalla Juve è ancora importante in termini di rosa più che di 11 titolare, persino con gli innesti di cui si sta parlando. Sarebbe giusto sostenere che l'Inter, con una società svincolata dal settlement agreement, dai ricavi in grande crescita, con Antonio Conte in panchina, sta accelerando per tornare grande e si candida, di qui ai prossimi due anni, ad essere la rivale più accreditata della Juventus. Lottare per vincere lo scudetto in questo momento è ancora azzardato.

Il gap tecnico è presto spiegato nei piazzamenti degli ultimi anni che non registrano l'Inter tra le prime tre in classifica da ben 8 stagioni. Gli ultimi due quarti posti sono stati strappati per i capelli e i giocatori più rappresentativi di questa squadra sono stati messi alla porta. Icardi, che oggi è stato svalutato in tutto, è un attaccante che ogni anno ha realizzato tanti gol ed è stato capocannoniere. Nainggolan e Perisic sono altri due giocatori che la società sta giustamente meditando se scambiare o cedere, considerando il rendimento e altre problematiche fuori dal campo. Restano però giocatori importanti che verranno sostituiti, se tutto va bene, da Barella, Lukaku e Dzeko, i quali possono mantenere un livello alto ma non la differenza tecnica che può dare l'arrivo di un fuoriclasse. L'Inter, a parte la gestione del suo ex capitano, sta lavorando bene ma per poter lottare per lo scudetto ha bisogno di un'altra sessione di calciomercato, la prossima stagione. Sempre che non arrivi il super campione che oggi non sembra nei radar della società.

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