Il prestigio si guadagna con i risultati e l’Inter da troppi anni partecipa senza troppa fame
L’ultima novità in tema di mercato è quella di Conte, sul quale la Roma stava lavorando da mesi e che sarebbe vicino ad un accordo. Se fosse vero Spalletti potrebbe restare sereno riguardo alla sua permanenza e chiudere il ciclo, completandolo con un risultato migliore di quanto ottenuto in questa stagione zeppa di rimpianti per le numerose eliminazioni, le guerre intestine e un terzo posto ancora da guadagnare, tutt’altro che scontato. Considerando che la Juventus a Milano non è mai venuta a fare quattro passi e che l’Inter negli ultimi disastrosi otto anni ha vinto una sola volta, beffardamente con de Boer in panchina, sarà interessante capire con quale piano gara e approccio scenderà in campo la squadra.
È indispensabile non cacciarsi nei guai, non fare calcoli e tentare di vincere il derby d’Italia, senza quell’atteggiamento calcolatore, mantenuto nelle ultime uscite in casa con Lazio, Atalanta e Roma in cui ha ottenuto la miseria di due punti.
I dubbi sono legati alla titolarità dell’attacco, con una vicenda Icardi che il ballottaggio con Lautaro Martinez sta prolungando ulteriormente, perché è evidente che se fino a febbraio l’argentino più giovane vedeva il campo solo raramente, la querelle Icardi-Spalletti lo ha proposto improvvisamente titolare indispensabile e, quando Icardi è tornato, il ballottaggio è sembrato più una presa di posizione personale di quanto non sia risultata una scelta tattica.
A centrocampo torna Brozovic e questo permetterà al gioco di essere meno prevedibile. Mi ha colpito in negativo la dichiarazione di Cancelo, involontariamente “offensivo” verso l’Inter, quando ha detto di ringraziare per i mesi passati in nerazzurro e con Spalletti, perché gli ha permesso di arrivare alla Juventus.
Il giocatore è giovane e conosce bene solo gli ultimi anni di storia, in cui la Juve ha fatto il vuoto. Anche se la frase voleva essere gentile, ha ribadito l’urgenza che l’Inter torni ad essere considerata una grande squadra da tutti i giocatori. Non può bastare un girone di Champions, dopo otto anni, perché le nuove generazioni conoscono a malapena i campioni degli anni 60, sanno poco della storia recente e il 2010 è quasi un decennio fa.
Il prestigio di questa squadra va urgentemente rigenerato con scelte più coraggiose, una società uniforme e una straordinaria attenzione al lato umano dei tesserati. Diversamente si protrarrà la permanenza nella periferia dell’impero e l nome dell’Inter per i nuovi ventenni risulterà una bella foto ma ingiallita. Per cominciare, si parta da una vittoria importante sulla Juventus, si faccia una grande prestazione, si osi di più. Si torni ad esser l’Inter, già da ora. La prossima stagione potrebbe essere più facile.