Inter, troppe beghe da cortile

Prima viene la squadra, il resto assai dopo

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Tafazzi, diciamocelo, è interista. Stiamo attraversando una stagione che definire particolare non rende l'idea; eravamo partiti con ben altre aspettative, non raccontiamoci storielle a cui noi per primi facciamo fatica a credere. Nulla di eclatante, ma qualcosa in più era lecito attenderselo. Siamo in ritardo, sul ruolino di marcia del campionato passato, di un paio di punti; ringraziando le avversarie dirette che giocano a ciapa no, versione del tresette conosciuta fuori da Milano col nome di traversone.

Non parliamo nuovamente dell'eliminazione per differenza reti nel girone di Champions, sarà pure Inter beffata intanto le due che ci hanno preceduto sono in semifinale, altre presunte corazzate prese per la collottola e fatte accomodare all'uscita senza troppa gentilezza. Ed eviterei pure la pappardella sulla Coppa Italia, lì sì che non abbiamo rispettato le previsioni, eliminati tra parentesi al termine di una partita davvero brutta, da qualunque parte la si voglia vivisezionare. Nel mezzo l'Icardeide, un poema che di epico ha raccontato ben poco, tante chiacchiere inutili e disturbo dell'ambiente; ma, se non altro, ha aperto gli occhi a Spalletti, accortosi di Lautaro Martinez, diamante grezzo col posto fisso in panchina, al quale venivano concessi pochi minuti di tanto in tanto, che giocare con due punte nuoce gravemente alla salute. O, dal punto di vista del nostro allenatore, agli equilibri. Gli infortuni di Nainggolan - cinque o sei le partite vicine al rendimento per il quale era stato acquistato - di Keita - sembrava una roba di dieci giorni ne abbiamo perse le tracce per due mesi - di Marcelo - che corre da inizio stagione per tutti in mezzo al campo ma c'è chi lo considera un mediocre, sempre gli stessi che non guardano le partite, danno un'occhiata ai riflessi filmati poi sparano giudizi tanto per arieggiare i polmoni - a completamento dell'opera. Tralasciando rosa ristretta, settlement, abissi imperscrutabili a Firenze ed altre amenità sul genere.

Terzi, nonostante tutto terzi. Col futuro che passerà dai nostri piedi e non dalle alterne fortune altrui.

Così, non paghi delle sfighe trascorse, in vista del traguardo ci si mette a litigare tra tifosi. Mi chiedo: è il caso? Adesso? Col pass per la Champions ad un metro? Forse, la butto lì, tempo per eventuali discussioni o assegnazioni di patenti d'interismo ce ne sarà. Dopo. Ora si sta vicini alla squadra, insieme; perché no Champions,no investimenti. E di fare la comparsa, detto tra noi, mi sarei leggermente rotto. Alla prossima.