OGGI CON BORZILLO

E' un'Inter forza cinque

Tanta fatica per i nerazzurri, ma tre punti importantissimi

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Avete presente c’è solo l’Inter? Sì, dai, quella che risuona al Meazza prima delle partite casalinghe della truppa Conte? Ecco, ad un certo punto della canzone, si parla di un’ora e mezza senza fiato. In pratica la stessa esperienza che ho provato io ieri sera. La Lazio, cosa lo diciamo a fare, è una gran bella squadra, ben messa in campo, palleggio di categoria superiore, centrocampo tecnico e potente. Se proprio vogliamo trovare una lacuna ai biancazzurri di Simone Inzaghi, allora diciamo pure la fase conclusiva. Vero, Handanovic ci ha messo del suo, ma certi palloni i laziali dovevano e potevano sfruttarli meglio. Bene per noi, con buona pace di tutti quanti. Antonio Conte cambia le carte in tavola, cerca di smazzare; il tour de force che aspetta i nerazzurri è duro, complicato, una montagna da scalare, quindi dentro forze nuove per far rifiatare chi fino ad oggi ha giocato praticamente sempre. Eccezion fatta per Lukaku, il tecnico salentino non rinuncerebbe al gigante belga dall’inizio se non per cause di forza maggiore, maremoti, uragani, tempeste tropicali e chi più ne ha più ne metta.

Antonio Conte cambia le carte in tavola, cerca di smazzare; il tour de force che aspetta i nerazzurri è duro, complicato, una montagna da scalare, quindi dentro forze nuove per far rifiatare chi fino ad oggi ha giocato praticamente sempre. Eccezion fatta per Lukaku, il tecnico salentino non rinuncerebbe al gigante belga dall’inizio se non per cause di forza maggiore, maremoti, uragani, tempeste tropicali e chi più ne ha più ne metta. L’Inter risponde, gioca anche discretamente per i primi ventitré minuti, fino al gol. Poi, improvvisamente, si addormenta, manco avessero mangiato tutti quanti un pezzettino della mela di Biancaneve. E lascia l’iniziativa alla Lazio, che è più tosta del Milan e rischia di pareggiare. Se non ci fossero le manone di Samir a dire no in almeno tre circostanze. Ma soffriamo, soffriamo maledettamente il palleggio veloce della banda Inzaghi, piedi educatissimi e tanto fosforo. Noi ribattiamo mettendo in campo, vista l’assenza di Sensi, tanta garra e tanta voglia di portare a casa la vittoria. Barella è a tratti esaltante, Biraghi si cala perfettamente nella parte, D’Ambrosio non molla di un centimetro e Brozovic, nonostante qualche ingenuità di troppo, macina chilometri e chilometri, su e giù per il campo, avanti e indietro, lo trovi dappertutto. Non benissimo la difesa, a volte molle e sonnolenta.

Per fortuna il primo tempo si chiude con un Conte tarantolato ed una squadra che sembra stanca. Ricominciamo e no, la stanchezza era solo un’impressione; l’Inter, come d’incanto, come baciata dal principe azzurro, estrae una insospettabile forza vitale e rischia più volte di raddoppiare, senza mai riuscirci e tenendo di fatto in partita una Lazio brutta copia di quella ammirata nei primi quarantacinque minuti. Entra Sensi, la squadra ne trae giovamento, i sincronismi tornano a funzionare, la famosa garra è accompagnata da aperture e giocate di prima interessanti. Finisce senza patemi d’animo. Buona la quinta, sabato si replica a Genova, sponda doriana.

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