OGGI CON DE CARLO

Cuore tifoso Inter: l'ambizione va educata

Dopo lo Slavia Conte si autoflagella ma chiede anche di alzare il livello di aspirazione. Per questo la critica è necessaria

di
  • A
  • A
  • A

Il pareggio in casa contro lo Slavia, in vista del derby, ha messo a nudo l’antico vizio di rinunciare all’esercizio critico e puntare tutto su una difesa ad oltranza dell’Inter “quante storie per un pareggio” o attaccarla in ogni sua componente, devastando la campagna acquisti e lo stesso tecnico. In un amen sono fioccati già i primi “bidone” rifilati a Lukaku e Lazaro, in più Conte è stato ridimensionato con affermazioni che sui social lo incasellano come sopravvalutato o incompetente. L’Inter in realtà ha pareggiato una partita che, tra tutte quelle del girone di Champions, era la più accessibile e si ritrova con un pareggio strappato a tempo scaduto. Ora arriva il derby e ci si aspetta che alzi il suo livello di gioco, riscattando la pessima prestazione con i cechi.

A prescindere da quale formazione scenderà in campo sabato sera, il pareggio di Champions ripropone impietosamente lo stesso tipo di reazione che impedisce all’Inter di fare quel salto di qualità a cui aspira, quantomeno la società. Pazza Inter era ed è un modo di partecipare alla vita e ai risultati della squadra nerazzurra, un modo che ha permesso di perdonare ed anzi, affezionarsi ancora di più alla propria creatura, nonostante i clamorosi rovesci della sua storia recente. L’Inter però è cambiata e ha dichiarato apertamente che non intende più essere pazza e vuole vincere. Per farlo ha adottato le maniere forti e i tifosi hanno apprezzato lo sforzo. Tutti ambiscono a vincere ma per farlo è necessario che i giocatori e tutto l’ambiente, compresi gli stessi interisti, concepiscano solo e unicamente la vittoria e che il pareggio, figuriamoci la sconfitta, vengano vissuti come un affronto, un fatto inaccettabile.

E’ il livello a cui si sono abituati club come Real, Bayern, Barcellona, Liverpool e la stessa Juventus, da cui provengono culturalmente Conte e Marotta. Un livello che l’Inter intende raggiungere. Il fatto è che quel livello prevede un’aspirazione che escluda la giustificazione, il perdonismo e anche il vittimismo. Per molti interisti quella con lo Slavia è stato solo uno scivolone ma non si deve criticare per una partita. Punto. Alcuni giocatori invece hanno ammesso di aver preso sottogamba l’avversario e del resto bastava percepire l’atmosfera pre-esordio in Champions, per comprendere che si parlava pochissimo della partita e della sua difficoltà e molto di più dell’arrivo di Zhang, il nuovo stadio, la vicenda ultras e ancora della gara con l’Udinese. Il clima a San Siro era disteso e c’era anche un pubblico presente ma meno partecipe e coeso del solito. La legittima aspirazione di credere solo nella vittoria passa anche attraverso una nuova cultura dell’approccio. Come ogni rivoluzione non è possibile attuarla in soli tre mesi ma sperare che la squadra entri in campo con il doppio della determinazione, quella vista solo con il Lecce al debutto per intenderci, è auspicabile

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments