Domenica prossima una sfida che dirà tanto. L’importante è non illudersi di aver già raggiunto il livello a cui si aspira
Se vinci sei partite consecutive, come nel 1966/67, sei in testa alla classifica, due punti vanti alla Juve che vai ad affrontare la prossima settimana. Se giochi in modo anche organizzato e hai un giocatore superiore ad ogni aspettativa come Stefano Sensi e se intorno a questa squadra vedi una società finalmente strutturata, ambiziosa e ben organizzata, puoi essere prudente quanto è giusto ma non puoi fermare questa onda di entusiasmo. Forse ci siamo davvero perché ci sono le basi per poter avere un Inter in lotta per lo scudetto, anche se dietro alle favorite Juventus e Napoli.
Conte sta lavorando ogni settimana per stare dietro ad una creatura ancora fragile che, se si convince di essere più forte di quello che in realtà è, può “slaviapragheggiare” e deragliare con conseguenze non facilmente gestibili.
Le ottime notizie arrivano da difesa e centrocampo. Nel primo caso non ci sono solo De Vrij, Skriniar e Godin ma anche Bastoni, autore di un’ottima partita, all’esordio in una gara ufficiale questa stagione, Ranocchia e D’Ambrosio che hanno raggiunto un alto livello di maturità.
Buonissime referenze anche per la mediana che sabato con Sensi, Gagliardini e Brozovic ha mostrato un livello tecnico e di intesa impressionante. Sensi è l’autore materiale di entrambi i gol, poi firmati da Sanchez. Le iniziative al tiro sono state entrambe sue e lo spazio a diposizione gli permette di avere lo specchio dlla porta a disposizione.
Quando è entrato Barella ha dato poi sostanza e la squadra in inferiorità, ha saputo soffrire il giusto.
Le lacune vengono dall’attacco: Lautaro Martinez fallisce parecchi gol, Sanchez bravissimo ma temperamentale (vedi espulsione) e Lukaku, per quanto sia prezioso nelle sponde non trova spazi in cui poter mettere in luce la debordanza fisica.
Gli esterni non sono un problema, ognuno fa il suo compito ma, rispetto a giocatori delle squadre più forti in Europa, sono un gradino sotto.
Conte è consapevole di questo e sarà interessante capire che intenzioni avrà anche per la Champions League. Il Barcellona a inizio stagione ha balbettato, complice la prolungata assenza di Messi. Ora però sembra essere tornato in carreggiata (0-2 in casa del Getafe) e l’Inter si ritrova a dover fare punti ad ogni costo se vuole restare in Champions.
Con i catalani l’Inter perde al Nou Camp da 48 anni. Una sola vittoria nel 1970 e poi solo sconfitte, per questo la squadra di Conte dovrà scendere in campo senza quel timore reverenziale ma con sfacciataggine, per vincere, solo per vincere.