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Ribelli al potere

Alle origini anarchiche e ribelli del calcio totale

09 Dic 2020 - 08:05

Cosa hanno in comune Roel van Duijn e Johann Cruijff, Rinus Michels e Robert Jasper Grootweld, oltre al fatto di essere tutti nati nella terra di van Gogh, ad Amsterdam (tranne van Duijn, che è nato all’Aia)? Cosa lega uno studente fuori corso di Scienze Politiche amante della filosofia e una giovane stella del calcio? L’allenatore padre del calcio totale e l’artista di strada, per metà ideologo, e per metà sciamano hippy? Due coppie, ciascuna divisa da quattro anni di età. Più anziani di quasi un lustro van Duijn e Michels rispetto a Cruijff e Grotweld.

Quattro uomini diversi, chiamati a interpretare un particolare zeitgeist – si è a metà degli anni sessanta – seppur in ambiti completamente differenti. Ricordi di un periodo in cui Amsterdam è teatro di suggestioni anarchiche e vagamente surrealiste, rappresentate plasticamente da giovani che si muovono per le strade della città e da atleti che corrono sui prati verdi dei terreni di gioco animati da uno spirito ribelle, manifesto di una controcultura che mette in discussione lo status quo.

Anno paradigmatico, quel 1966
Come la sera del 7 dicembre, quando Rinus Michels, lo stratega visionario, e Johann Cruijff, la giovane stella nascente, conducono l’Ajax ad una clamorosa affermazione sui blasonati avversari del Liverpool. Si gioca allo stadio Olimpico di Amsterdam, perché il De Meer Stadion, dove di solito si esibiscono i lancieri, è troppo piccolo per soddisfare tutte le richieste dei tifosi. In quell’occasione, una fitta nebbia impedisce di ammirare appieno gli ajacidi umiliare gli spocchiosi inglesi con una prestazione travolgente. D’incanto, tutti gli addetti ai lavori notano quel fiore rigoglioso spuntato all’improvviso nella terra dei tulipani.

Provocatorio, è l’aggettivo che si addice all’insolito gioco messo in mostra dall’Ajax, che porta l’incredulo allenatore del Liverpool Bob Painsley a non voler prendere troppo sul serio quanto è accaduto davanti ai propri occhi. Sì, perché provocatorie sono tutte quelle circostanze in cui vengono sovvertite regole e consuetudini consolidate. Provocatorie per lo status quo. E non importa se si tratta di strategie applicate ad una partita di calcio o alla vita. Fra la nebbia, come nella migliore tradizione dei film di fantasmi, è apparsa la squadra che, come uno spettro, si sarebbe aggirata per il pianeta calcistico negli anni a venire.

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