Orfani di Maradona

Un anno senza Diego e al calcio è già successo di tutto

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Erano circa le 12 di Buenos Aires del 25 novembre di un anno fa quando diventammo i senzamaradona. Perché Diego, che aveva compiuto 60 anni meno di un mese prima, non c’era più. Era morto all’improvviso nel letto di un desolato appartamento della periferia di Tigre, alle porte della capitale. Diego si era trasferito lì per trascorrere la convalescenza dopo una delicata operazione al cervello per la rimozione di un ematoma subdurale. Il corpo si stava consegnando al tempo e agli eccessi di una vita sopra le righe. Estremo persino nel declino, repentino e inarrestabile. Diego Armando Maradona se ne è andato per un edema polmonare acuto conseguente a insufficienza cardiaca. Si sarebbe addormentato per non svegliarsi più, precipitato in chissà quali pensieri. Era il calcio segnato dal Covid, la pandemia che aveva imprigionato il mondo e riempito gli ospedali, che aveva fatto piangere persino i ricchi e impoverito i più poveri. Il calcio di Diego, quello della Bombonera, del San Paolo e dell’Azteca, era affidato ai filmati di archivio, riproposti fino all’overdose da siti e tv di ogni angolo del pianeta.

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