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CONTRASTI

Matias Almeyda, non mollare mai

Compie 47 anni un uomo capace di lasciare il segno.

21 Dic 2020 - 08:17

È il 26 giugno del 2011. È il giorno più nefasto nei 110 anni di storia del Club della “Banda”. Il pareggio (1 a 1) di quel pomeriggio al Monumental contro il Belgrano significa per il River Plate la retrocessione nel “Nacional B”, la serie cadetta del calcio argentino. Qualcosa di impensabile per un Club con la tradizione, il seguito e i successi del River. Matias Almeyda, squalificato per aver ricevuto la quinta ammonizione nella partita di andata di questa finale “play-out” persa dal River per 0 a 2, assiste inerme da bordo campo a quell’imprevedibile e devastante tracollo. El Pelado ha già comunicato da tempo al suo presidente Daniel Passarella che quella sarebbe stata la sua ultima stagione in pantaloncini corti. Di chilometri in una cancha, d’altronde, ne ha percorsi davvero tanti. Matias Almeyda è il River Plate. È il giocatore simbolo, il più rappresentativo, il più carismatico, il più forte. Sempre l’ultimo a “mollare”. Con i Millionarios Almeyda ha fatto tutto il percorso nelle giovanili. Da quando, a 15 anni, lasciò la sua famiglia ad Azul, 300 chilometri a sud di Buenos Aires, per fare il calciatore. Nel River ha esordito in prima squadra nel febbraio del 1992, a 18 anni, e con La Banda ha giocato fino al 1996 per poi trasferirsi in Europa.

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