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L'Irlanda calcistica segnata dal sangue della religione

Da più di un secolo calcio, guerra e politica sono strettamente legate

26 Giu 2020 - 08:07

Gli inglesi ci hanno provato in tutti i modi a sottomettere gli irlandesi. Come scrive Alec Cordolcini ne Il calcio del fucile, articolo pubblicato su un vecchio Guerin Sportivo, “governo diretto e indiretto, genocidio, legge marziale, apartheid, legge civile, parlamenti veri e fittizi, divisione del Paese. […] L’unica cosa che l’Irlanda non ha provato è il ritiro totale e incondizionato”.

Due fazioni: da un lato i cattolici nazionalisti che sognano un’Irlanda unita, dall’altro i protestanti unionisti, vicini alla monarchia inglese e che dal 1921 danno vita all’Irlanda del Nord. Tra gli anni Sessanta e i Novanta, l’isola di San Patrizio vivrà la cosiddetta “guerra a bassa intensità”, in inglese The Troubles. Oltre tremila le vittime. Citando sempre Cordolcini, “in proporzione alla popolazione, dieci volte il numero di americani morti in Vietnam”.

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