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Le rivoluzioni non si fanno alla Juve

La Juventus è voce di palazzo, non urla di piazza

20 Giu 2020 - 13:03

Se cerchi delle risposte, la storia ti è sempre buona consigliera. Anche nelle vicende del pallone. Il faticoso e zoppicante cammino della Juve sarriana ci rimanda alla storia stessa del club bianconero, in cui se c’è una ciambella che mai è venuta fuori col buco, è quella delle rivoluzioni. Due i casi più eclatanti, quello di Luis Carniglia alla fine degli anni sessanta e l’altro di Gigi Maifredi trent’anni fa. Correva il 1969, e a sostituire dopo cinque anni Heriberto Herrera sulla panchina bianconera fu chiamato un pittoresco argentino giramondo, Luis Carniglia; questi imboccò la via della rivoluzione, che presto si tradusse in un vicolo cieco.

«Heriberto faceva el movimiento? Io lo abolirò. Non mi piacciono i giocatori muscolari. Io adoro gli artisti, detesto chi sa solo correre» disse al suo arrivo.

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