Non è tutto inglese quel che luccica, anzi
“Loro vogliono un nostro errore. Loro aspettano i nostri errori. […] E loro vogliono un nostro errore per punirci. Questo è il calcio italiano, ragazzi. Alla Juventus è stato un successo, tutte le grandi squadre giocano così: loro non hanno alcun problema a giocare per novanta minuti in undici giocatori dietro, aspettando il momento giusto. Perché loro aspettano e sanno che qualcosa accadrà: e vi puniranno”. (Da All or nothing: Manchester City, episodio 6)
Quando Pep Guardiola rientra negli spogliatoi dell’Etihad al termine del primo tempo tiratissimo tra Manchester City-Chelsea del marzo 2018, prende una lavagnetta e si mette letteralmente a danzare e saltellare: nel chiuso della camera più inaccessibile agli occhi dei comuni, quella in cui nascono e allo stesso modo muoiono gioie e noie di una squadra, lo spagnolo dismette il politically correct e la convenienza che dialetticamente gli sono propri, e sputa sentenze.