CONTRASTI

La crisi oscura del Valencia

Il magnate Peter Lim sta portando il club nel baratro

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I primi giorni di settembre del 2015 ero appena arrivato a Valencia per passarci il mio Erasmus, pervaso di quell’euforia fumosa tipica del primo mese all’estero in cui ogni luce, ogni persona sembra poter essere l’incipit di un’avventura bellissima. Da buon calciofilo, una delle prime iniziative che mi stuzzicarono fu quella di andare a vedere una partita del Valencia Club de Fútbol. Lo storico stadio di casa, il Mestalla, sorge proprio al centro della zona universitaria, vicino alla mitica Avenida Blasco Ibañez: non fu difficile arrivarci per una perlustrazione.

A colpirmi, oltre alle gigantografie dei vari Mario Kempes, Roberto Ayala e David Albelda, fu soprattutto il motto esposto davanti alla biglietteria: “El Valencia siempre se levanta”. Il Valencia si rialza sempre. Parole da slogan, apparentemente banali, ma che oggi sembrano dure da pronunciare per molti tifosi dei los ches. Non è infatti proprio il momento più facile per il valencianismo: il club è in ginocchio e l’atmosfera da quelle parti sta assumendo dei contorni ormai catastrofici, esacerbando una situazione che da anni sembra dirigersi sempre più chiaramente verso il disastro.

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