Per l'atleta straordinario e per l'uomo venuto dal mare
È uscito l’altroieri, e sarà in oltre 300 sale fino a questa sera, “Il caso Pantani”, film evento prodotto dalla Mr. Arkadin film e distribuito da Koch Media. Il racconto si snoda e si focalizza, tra frequenti salti temporali, su fatti realmente accaduti – seppur romanzati – e rivelazioni degli ultimi anni di vita di Marco Pantani. In particolar modo si va dal 5 giugno 1999, quando il Pirata viene allontanato a Madonna di Campiglio da un Giro fin lì dominato per un valore di ematocrito superiore al limite consentito, fino al 14 febbraio 2004, quel dannato San Valentino in cui la vita di Marco si spegne nella stanza D5 del residence “Le Rose” di Rimini.
Un film che viene alla luce dopo cinque anni di interminabili e faticose ricerche, letture attente degli atti processuali e studi meticolosi che hanno portato il regista e la troupe ad incontrare testimoni di allora (gregari e amici), riavvolgere nastri di interviste e intercettazioni, incrociare dati e riscrivere fatti. E il lavoro paga, perché la pellicola rivela coraggiosamente novità e verità, affermando una tesi ormai sempre più credibile: il Pirata è stato ucciso. Per ben due volte, quando a Campiglio venne fermato l’atleta e poi a Rimini, quando Marco è stato trovato solo, riverso a terra, in una pozza di sangue.