O quantomeno delle scuole calcio
Il potrero è l’utero del calcio argentino. Il primo spiazzo munito di un paio di porte, con le reti se Dio è stato particolarmente misericordioso, in cui los pibes hanno rincorso e calciato un pallone (o una palla di stracci, anche in questo caso la misericordia di Nostro Signore entra in gioco) per la prima volta. Spesso, anche per l’ultima: l’onore del professionismo tocca a pochi. Per riempirsi lo stomaco, in un certo momento della vita – che a determinate latitudini arriva presto, troppo presto – accade che questi pibes, non ancora hombres, anziché alla cancha sia costretti ad andare al trabajo.
«Te ne accorgi, quando un ragazzo tiene potrero. Ho sempre osservato la naturalezza di un giocatore, mi consente di capire se passa tutto il giorno giocando a calcio o no. Diego amava il pallone più della sua stessa vita, e si vedeva»