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Il Belgio è forte, ma non imbattibile

Tutta Italia ha visto Belgio-Portogallo

28 Giu 2021 - 08:00

E dunque sarà Belgio contro Italia. Sarà Hazard (forse) contro Insigne. Sarà Lukaku contro Chiellini (speriamo). Di questo Belgio – Portogallo, la prima grande partita dell’europeo nella fase ad eliminazione diretta, ricorderemo pochi squilli e soprattutto il secondo tempo. Pochi sconvolgimenti emotivi e nessun fulmen in clausula. Ricorderemo l’asfissiante caldo di Siviglia, che ha illanguidito giocatori già stanchi per una stagione estenuante. Ricorderemo la botta di Thorgan Hazard e il non irreprensibile Rui Patricio, con tutto che i palloni “moderni” non aiutano. Ricorderemo il palo di Raphael Guerreiro, sogno d’inizio estate infrantosi su quel legno insensibile. Ricorderemo lo spirito del Portogallo, stoico fino al fischio finale, che ha alzato enormemente qualità e ritmo nella seconda frazione di gioco – tenendo, nell’ultima mezz’ora, tutti attaccati al televisore sperando nel pari.

Più di tutto, forse, ci ricorderemo di alcuni rimpianti. Primo Eden Hazard, fatalmente e colpevolmente scomparso, negli ultimi due anni, dai palcoscenici che più gli appartengono. Il numero 10 non ha segnato, vero. Non ha neanche inciso negli ultimi metri, verissimo. Ha però fatto qualcosa di ancora più prezioso: ci ha deliziati e rimessi al mondo. Ha spento i fuochi fatui dei suoi detrattori, ricacciandoli sottoterra. Ha fugato i dubbi che aleggiavano sul suo conto: mostrando a tutti la sua classe sconfinata, unendo l’utile al bello, alimentando il suo mito e accendendo in chi lo ama la speranza di vederlo spiccare di nuovo il volo. Perché giocatori del genere riconciliano con il calcio, quello puro, della tecnica e dell’atto, ben più originario rispetto a quello omologato e fondato sulla costruzione del talento.

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