Allenatore padre padrone

Quanto incide sul risultato finale il lavoro di un tecnico

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Quanto pesi il valore di un allenatore e quanto lo stesso impatti sul gioco, sulle vittorie e le sconfitte, è una domanda che nasce insieme al gioco del calcio. Fiumi di letteratura, di interviste dirette e di confessioni a mezza bocca, non hanno trovato la risposta, ma hanno almeno aperto un dibattito tra i più interessanti in circolazione (che nel nostro piccolo approfondiamo da anni). Quest’anno il campionato italiano ha perso grandi calciatori, ma ha guadagnato grandi nomi (e personalità) in panchina.

La girandola di allenatori in Serie A ha riportato al centro del villaggio tecnici del calibro di Luciano Spalletti, Max Allegri, Maurizio Sarri e José Mourinho, su tutti. L’impatto mediatico all’arrivo di questi grandi allenatori è sicuramente stato forte, alimentando le aspettative di uno stravolgimento tecnico delle squadre (o di un ritorno alle origini). I recenti e prematuri esoneri di Eusebio Di Francesco e Leonardo Semplici, in questo contesto, costringono l’analisi ad un’ulteriore approfondimento: quanto e qual è il peso effettivo del lavoro di un allenatore sui risultati di una squadra? Sono preferibili i “gestori” o i “filosofi”? Se gli adagi latini, sciorinati fuori contesto, sono sempre segno di cattivo gusto, in questa sede non ci si può esimere dal ricercare la virtù nel mezzo, al centro, democristianamente distaccati dagli estremismi.

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