Sarà la Green & White Army l'avversario degli azzurri nella semifinale playoff per andare al Mondiale
di RedazioneL'Irlanda del Nord si presenta come una squadra ostica, fisica e ben organizzata, pur contando appena cinque giocatori provenienti dalla Premier League (i difensori Bradley, Ballard e Hume, il centrocampista Devenny e l’attaccante Marshall). Tuttavia, la formazione guidata dal ct Michael O'Neill mostra due volti: solida in casa, ma decisamente meno pericolosa lontano da Belfast. A parte il tris inflitto al Lussemburgo, l’ultimo successo esterno di rilievo risale a circa un anno e mezzo fa (1-0 alla Scozia in amichevole).
Il commissario tecnico Michael O’Neill, tornato sulla panchina della nazionale nel febbraio 2022, ha plasmato un gruppo che punta su un calcio fisico, aggressivo e molto curato nella fase difensiva. La sua Irlanda del Nord fa grande affidamento sui calci piazzati, che rappresentano probabilmente l'arma più insidiosa per l'Italia.
La colonna vertebrale della squadra unisce giovani ed esperti:
Il faro della squadra è senza dubbio Conor Bradley. L'esterno destro di 22 anni sta trovando sempre più spazio nel Liverpool di Slot. Nonostante la giovane età, Bradley indossa la fascia di capitano da un anno e mezzo, dimostrando una personalità da leader. La qualità offensiva, in nazionale gioca sulla trequarti, dipende molto da lui e da Price. Sulle fasce spicca anche la crescita di Hume, rapido e diretto, mentre davanti il compito di capitalizzare le poche occasioni in partite chiuse spetta a Chalers.
La sfida con l'Irlanda del Nord evoca inevitabilmente la dolorosa memoria della sconfitta di Belfast (1958), che costò all'Italia di Alfredo Foni la qualificazione al Mondiale: quello rimane l'unico vero inciampo azzurro contro questa nazionale.
Nei complessivi undici confronti diretti, il bilancio è nettamente a favore dell'Italia: sette vittorie, tre pareggi e quella singola sconfitta. Il dato più confortante riguarda il rendimento casalingo: l'Italia ha vinto tutte le sette gare giocate sul proprio terreno, subendo appena un gol in un'amichevole del lontano 1961.