Joseph Minala si confessa: "Distrutto dalla storia dei 42 anni, i test medici confermano che sono del '96"
di Stefano FioreJoseph Minala oggi vive e gioca a Malta, nel Marsaxlokk, lontano dai riflettori della Serie A che aveva sognato e assaggiato con la maglia della Lazio. A 29 anni (nato il 24 agosto 1996), il camerunense ha deciso di raccontare la sua verità in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, ripercorrendo il calvario mediatico che gli ha, di fatto, rovinato la carriera in Italia.
Il nodo cruciale resta quella maledetta voce esplosa nel 2014. Minala dominava nel campionato Primavera biancoceleste (in squadra con Keita e Strakosha), ma un sito senegalese diffuse la notizia falsa secondo cui il ragazzo non avesse 17 anni, bensì 42.
"Mi hanno massacrato, distrutto, umiliato. L'80% delle persone mi ha giudicato male. I documenti e i test che sono stato costretto a fare dimostrano che sono nato nel 1996. Anzi, i medici hanno attestato che biologicamente dimostro persino un anno in meno" dice Minala, che ha una teoria precisa su quell'attacco: "Fu una cosa mirata. La voce fu messa in giro da qualcuno che prima mi seguiva e di cui mi fidavo. Fui minacciato e ricattato, ma ero solo e indifeso, nessuno mi ha protetto".
La storia di Joseph è un romanzo travagliato fin dall'inizio. Arrivato in Italia a 15 anni con la promessa di un provino, fu abbandonato alla stazione Termini dalla persona che lo aveva portato lì. Poi la rinascita attraverso le case famiglia, i provini con le big e l'approdo alla Lazio grazie a Igli Tare.
Nonostante l'esordio in A con Reja e i bei ricordi a Salerno (il gol storico all'Avellino), oggi per lui le porte del calcio italiano sono sbarrate: "In Italia non mi voleva più nessuno, colpa di quella polemica. Sono stato svalutato per qualcosa che non è mai esistito. Oggi gioco in un calcio periferico, ma merito almeno la Serie B. Non sono cattivo, perché nessuno crede alla mia età?".